L’importanza di sprecare il proprio tempo

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Ce lo sentiamo dire da anni, ce lo ripetiamo spesso: è importante ritagliarsi degli spazi per sé, avere del tempo. Ma è un po’ come quando ci diciamo che è importante mangiare sano, ma poi non abbiamo il tempo per cucinare e prendiamo una pizza e via o quando ci diciamo che bisogna fare sport ma lo spazio per andare a correre o nuotare proprio non lo troviamo. O, ancora, quando riempiamo di attività le giornate dei nostri figli, per stimolarli e tenerli occupati, proiettando su di loro un bisogno che forse è più nostro. Il punto è che la mancanza di tempo libero sta diventando sempre di più la cifra della nostra società, con il lavoro che non ha più orari e si spalma in tutto l’arco della giornata e della settimana, complice il fatto di (voler) essere sempre online e quindi contattabili e raggiungibili. Ma se questo significasse una drastica diminuzione delle nostre capacità lavorative, oltre che il lento logorio della nostra qualità della vita? Se il fatto di dover creare del vuoto non fosse solo una frase buttata lì e un po’ new age ma un’esigenza per mantenere la nostra capacità lavorativa e la nostra produttività?

Le ricerche in questo campo ormai non si contano più. Solo qualche esempio: già nel 2009 uno studio aveva messo in evidenza che orari di lavoro prolungati si correlano positivamente ai disturbi del sonno, mentre un altro studio evidenziava la correlazione positiva con episodi di depressione maggiore. Ancora, una solida ricerca del 2015 ha rivisto tutti gli studi di vari Paesi che hanno coinvolto oltre 600mila persone, mettendo in evidenza l’aumentato rischio di malattie cardiache, mentre i danni dello stress lavoro correlato sono ormai ampiamente documentati. Ma non basta: gli studi hanno dimostrato che avere uno sfogo di tipo creativo al di fuori del lavoro aiuta le persone a lavorare meglio e a trovare più facilmente soluzioni creative ai problemi di lavoro che gli si presentano. Ma le ricerche scientifiche, probabilmente, non ci hanno convinto. E neanche le decine e decine di libri che danno consigli su come migliorare il nostro rapporto con il tempo e avere qualche ora libera durante la giornata.

Certo, il modo di lavorare è cambiato e questo ha cambiato anche noi. Siamo abituati ad essere sempre connessi, sempre online, ma non solo a lavoro. Magari, mentre siamo in metro per andare a lavoro facciamo la spesa online dallo smartphone, il che ci permette di guadagnare un sacco di tempo! Anche scambiare messaggi con la chat rende la comunicazione più rapida di una telefonata o di un incontro (altro tempo guadagnato). Online prenotiamo le vacanze o il ristorante, senza bisogno di andare in agenzia viaggi o di chiamare direttamente… potrei andare avanti con gli esempi, ma la domanda è: dove finisce tutto questo tempo che guadagniamo grazie allo smartphone? Che ne facciamo? Come mai non abbiamo queste ore vuote che la tecnologia dovrebbe assicurarci?

Il punto, come sempre, siamo noi e non la tecnologia: il nostro tempo “guadagnato”, che potrebbe essere vuoto, lo passiamo online. Tra uno sguardo ai social, uno alle chat di Whatsapp e uno a quel sito che ci interessa. Magari, invece di andare in pausa pranzo restiamo al computer, online, e passiamo così un’oretta. Ecco che anche il tempo lavorativo si dilata e magari in ufficio passiamo 10 ore al giorno, come se fosse la cosa più normale del mondo. Anche perché la crisi e le incertezze lavorative, almeno sul mercato italiano, hanno rafforzato il mito della costante presenza e disponibilità come assicurazione per il proprio posto di lavoro o per la propria carriera. Al netto di ciò che conta davvero: i risultati. Quante di queste ore sono state davvero utili e produttive per il nostro lavoro? Quante cose abbiamo fatto in queste 10 ore che ci hanno stimolato e permesso di avere idee creative o di svolgere meglio le nostre mansioni? Se siamo passati da una schermata all’altra del browser in continuazione, molto poche. La nostra attenzione è parcellizzata, il nostro impegno troppo diffuso, la nostra giornata terminata. Ed è inutile che invochiamo una giornata di 48 ore per poter fare tutto: il nostro tempo dipende da noi e il vuoto serve davvero. Non solo in vacanza.

  • Dino Pasqualicchio |

    Dobbiamo riprenderci quella parte di noi che la tecnologia ci ha portato via privandoci di quelli spazi necessari per sani e corretti rapporti umani.

  • Laura |

    Pienamente d’accordo. Detto ciò, mi prenderò una pausa!

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