WhatsApp: guida per genitori analfabeti digitali

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WhatsApp (uozzap) è un software di messaggeria istantanea. Vuol dire che se mandi un messaggio o invii un video o posti una foto viene istantaneamente pubblicato sullo smartphone del destinatario o sugli smartphone  o sugli smartphone dei destinatari visto che si possono formare gruppi. Non vuol dire che il figlio o la figlia lo leggerà immediatamente e neppure che risponderà istantaneamente. Quindi va vissuto con serenità, senza ansie e senza stressare eccessivamente la prole. Anche perché a differenza degli Sms se non c’è connessione (non c’è internet) non funziona. Il che non è una scusa a prova di bomba per l’adolescente. Nel mondo occidentale è raro non avere “campo”. Tuttavia, siamo in Italia, il digital divide esiste e quindi è una eventualità che non si può esludere soprattutto fuori dalle grande città.

  1. 11) Il dilemma della doppia spunta. Una spunta vuol dire che il messaggio è partito. La seconda, che il messaggio è arrivato ma non è stato letto. Quella blu indica che è stato letto. Per un adolescente (ma anche per un non adolescente) il sistema della doppia spunta può significare controllo. Se vedo la doppia spunta mi hai letto e quindi mi devi rispondere. Ecco, non va bene. Nel senso che va bene se il genitore sa gestire l’ansia e non diventa nevrastenico dopo dieci secondi che il figlio ha letto. Quando la spunta diventa una questione di voler bene alla mamma o al papà che si preoccupa troppo allora il consiglio è disattivare. Si fa così. Selezionare Impostazioni> Informazioni account> Privacy e poi disattivare l’opzione “notifiche di lettura”.

  1. 22) Non esagerare con gli emoticons. Limitarsi a sorriso, approvazione o dissenso. Quando il genitore prova a comunicare con casette, fulmini e faccine infelici nell’adolescente possono scattare sentimenti contrastanti. Nessuno ama gli emoticons quando sono utilizzati per richieste (torna a casa) o incipit di litigate (non approvo quello che hai detto o che hai fatto). Sono commenti a cose che si dicono o espressioni di stato d’animo legati magari a una foto inviata o a una canzone ascoltata. Tutto qui.

  1. 33) L’invio di foto e filmati come se piovesse. Lo so, è facile inviare video e foto, merito dell’algoritmo di compressione di Whatsapp che funziona una meraviglia. Tuttavia, intasano il telefonino quindi è meglio usarli con moderazione.

  1. 44) Non forzare i figli a partecipare ai gruppi famigliari. Ha senso se siete una famiglia che non comunica o che vive in luoghi distanti geograficamente o se il figlio adolescente passa il tempo con lo sguardo incollato al telefonino.

  1. 55) Whatsapp non serve per chiamare le persone a pranzo o a cena. E’ PROOONTO scritto così, tutto alto, come se si gridasse, non garantisce che il figlio/a senta se è chiuso in camera o se ascolta la musica con le cuffie o se è in bagno (vedi punto 1). Meglio urlare forte.

  1. 66) Il buongiorno su Whatsapp. Lo fanno tutte le mamme (meno i papà). La prima cosa quando ci si sveglia soprattutto se il figlio è appena uscito di casa o sta lontano è mandare una faccina che sorride con un buongiorno. E’ una cosa carina. Non tutti però la apprezzano. Quello sopra è uno scherzo di una figlia ingrata.

  1. 77) Attenzione al destinatario. Lo so, è un attimo. Qui la mamma chiede una cosa a una figlia e invia alla stessa il messaggio che avrebbe voluto mandare alla sorella. Detto questo, di solito le sorelle si parlano.

  1. 88) Quando Whatsapp è un boomerang. Senza parole.

  1. 99) l messaggi vocali anche no. Sono comodi e ti fanno sentire importante. Ma Whatsapp non è una segreteria telefonica.

  2. 1010) L’uso degli hashtag (asctag
    ). Su Whatsapp non si usano. Non ci sono trend topic (rimandiamo alla guida su Twitter, di prossima pubblicazione) ma sono un mondo comodo per fornire ai figli indicazioni di massima, regole e stati d’animo. Senza ricorrere alle faccine.

Ringrazio per l’ispirazione e per le foto Mamme che scrivono messaggi. Lo trovate su Facebook. 

  • Elena |

    Premetto che il mio commento non si pone tanto come una critica ma più come un’osservazione propositiva. Da adolescente condivido in parte quanto scritto nell’articolo, anche se molte situazioni sono esagerate (spero intenzionalmente, per far arrivare meglio il messaggio) ma vorrei far notare che prima di parlare di analfabetismo digitale l’autore avrebbe dovuto fare un piccolo ripasso della grammatica elementare. Detto ciò, non elencherò tutti gli errori presenti nel testo perché sono davvero banali e facilmente identificabili.

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