‘Se le nostre vite non valgono noi ci fermiamo’: lo sciopero dell’8 marzo contro la violenza sulle donne

scioperoLa festa internazionale della donna dell’8 marzo è stata istituita per ricordare le conquiste fatte attraverso i secoli, e anche per ricordare le violenze e le discriminazioni subite. Ma la violenza, purtroppo, è un tema ancora attuale. Per questo l’8 marzo è stato indetto uno sciopero globale delle donne che in Italia sarà soprattutto, anche se non solo, contro la violenza di genere. A lanciare l’iniziativa è stata la rete Non una di meno. Ma hanno aderito in tanti, organizzazioni, associazioni e sindacati. Uniti dallo slogan: ‘Se le nostre vite non valgono noi ci fermiamo’. La protesta riguarda soprattutto le donne, ma anche gli uomini sono invitati a partecipare. Per il nostro Paese è la prima volta che si partecipa, in maniera ampia, a un evento di questo genere.

LO SCIOPERO FENOMENO GLOBALE: lo sciopero dell’8 marzo è stato organizzato dal movimento americano Women’s March, e da tanti altri gruppi di tutto il mondo, tra cui l’italiano Non una di meno, che ha già organizzato la protesta del 26 novembre. Allo sciopero hanno aderito attiviste di 40 Paesi; in Italia vi prendono parte gruppi, sindacati, associazioni come D.i.Re, Udi e Rete romana io decido.

sciopero2LE MODALITA’ DELLO SCIOPERO Negli Stati Uniti si tengono comizi e una serie di attività come i laboratori culturali e i seminari su questioni come la protezione personale. In Italia sono stati organizzati cortei, flash mob, assemblee in piazza e in edifici pubblici come scuole, ospedali e università. Vari i sindacati che hanno aderito allo sciopero, come la Cgil, le sigle dei trasporti e i rappresentanti degli insegnanti. Il colore della protesta negli Stati Uniti sarà il rosso, e di questo colore vestono le donne che aderiscono; in Italia i colori scelti sono il nero e il fucsia di Non una di meno. “Alcuni centri antiviolenza – spiega Titti Carrano, presidente di Donne in rete contro la violenza (D.i.Re) e autrice del ricorso a Strasburgo che ha riconosciuto l’Italia colpevole per non aver impedito la violenza domestica -, hanno scelto di aprire a tutta la cittadinanza le loro sedi per far vedere le loro attività; altri hanno deciso di chiudere per la giornata e scendere in piazza, ma garantendo comunque le emergenze”.

GLI OTTO PUNTI DELLO SCIOPERO La violenza di genere è la motivazione principale dello sciopero, ma non è la sola. Le ragioni della protesta sono riassunte in otto punti: la risposta alla violenza è l’autonomia delle donne; senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne; sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi; se le nostre vite non valgono, scioperiamo; vogliamo essere libere di muoverci e di restare. Contro ogni frontiera: permesso, asilo diritto, cittadinanza e ius soli; vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione; vogliamo fare spazio ai femminismi; rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini.

OBIETTIVO: CAMBIARE LA MENTALITA’  La violenza contro le donne non si combatte solo con l’inasprimento delle pene, ma con una trasformazione radicale della società. “E’ importante – prosegue Titti Carrano – intervenire preventivamente fin dalle scuole di ogni ordine e grado. E’ importante che ci sia un cambiamento nella rappresentazione delle donne, nel linguaggio sessista e misogeno, nelle modalità di presentazione dei nostri corpi nei media. Ed è infine fondamentale che le donne abbiamo una propria autodeterminazione e libertà in ogni campo, compresa la possibilità di uscire dalle relazioni senza rimetterci la vita”.