Alida Carcano (Valeur Investment): il vero problema non sono le Borse ma i mercati obbligazionari

Alida Carcano - Presidente Valeur Investments“Fa più notizia il mercato azionario che perde il 3% in un giorno, ma l’effetto più devastante è l’erosione sulle cedole nei portafogli dei risparmiatori”. Alida Carcano (49 anni), fondatrice e presidente di Valeur Investment, una società di private wealth con sedi in Svizzera, e Lussemburgo con più di 25 professionisti, è convinta che più della volatilità dei mercati di questo inizio 2016, siano da temere le conseguenze dei tassi ancora troppo bassi. Prima di fondare una prorpia società nel 2009, Carcano, che parla sette lingue, ha lavorato  in Deutsche Bank e successivamente in Ubs per finire ai vertici di Credit Suisse Private Banking (Zurigo e Londra). “Bisogna imparare a guardare alla volatilità anche come un’opportunità. Non bisogna farsi prendere dal panico, perché è fisiologico che i mercati ogni tanto scendano. Se guardiamo alla situazione delle economie mondiali oggi siamo di fronte a un quadro “sano”. Noi sulle borse siamo sostanzialmente ottimisti, ma ci aspettiamo nuovi momenti di correzione fisiologica. Bisogna tenere i nervi saldi” spiega la presidente di Valeur Investment.

Qual è il vero problema negli investimenti ad oggi?

Il vero problema dei mercati finanziari oggi non sono le Borse, ma i tassi di interessi bassissimi quando non negativi. La maggioranza dei risparmi degli italiani sono infatti sull’obbligazionario, le cui cedole sono sempre state una fonte di reddito, tassato in maniera agevolato. Oggi questa componente di reddito non c’è più. Se da un lato è positivo per lo stato potersi finanziare a livelli di tassi bassi, d’altro è negativo che questo vada ad intaccare il reddito degli italiani. Il problema emergerà gradualmente: tanti hanno ancora nei portafogli i vecchi btp, ma man mano che scadono questo effetto emergerà e l’anno prossimo sarà devastante. Noi, infatti, non crediamo che i tassi di interesse in Europa risaliranno nei prossimi mesi, non è quindi un problema che si risolverà con l’autunno.

Che portata avrà questo sull’economia?

L’investitore sulle azioni si aspetta anche la volatilità, sulle obbligazioni questa cosa lo coglie alla sprovvista. Se è vero che le cedole sono basse è anche bassissima l’inflazione, ma psicologicamente le persone fanno fatica a comprenderlo. Questo porta ad un effetto sui consumi, che vedremo in maniera sostanziale nel 2017 e 2018. A questo si sommerà il fatto che anche per i fondi pensioni si presenterà il problema di dover reinvestire con tassi più bassi.

Come i risparmiatori possono affrontare questo problema?

Prima cosa si devono adeguare abbassando le aspettative di ritorni. In secondo luogo devono cercare delle alternative investendo magari in altre valute: il dollaro oggi rende di più dell’euro, ma questo prevede inserire nel portafoglio la variabile dei cambi, che rappresenta rischi e opportunità allo stesso tempo. Sul dollaro siamo ottimisti anche perché negli Usa vediamo un rialzo dei tassi già quest’anno. Bisogna avere una strategia di medio periodo. Noi, in genere, abbiamo a che fare con imprenditori che investono per il loro futuro e per i loro figli, quindi hanno un arco temporale più lungo. Come imprenditori sanno che gli investimenti migliori sono quelli che danno risultati nel lungo e portano questa mentalità anche negli investimenti finanziari.

Non trovi che ci sia una prevalenza della finanza sull’economia reale?

Sicuramente c’è una prevalenza della finanza, che però finora non ha nuociuto all’economia reale. In alcuni settori abbiamo avuto ceo che si sono concentrati sul breve periodo e questo ha avuto effetti negativi, soprattutto in alcuni settori. Ma le cose stanno cambiando.

Crede siano possibili investimenti sostenibili?

A mio avviso gli investimenti sostenibili avranno molto senso: non è impossibile unire la finanza con qualcosa di buono. Non è impossibile, ad esempio, investire in agricoltura o microfinanza e guadagnare soldi. A questo tipo di investimenti sono più sensibili le donne.

Esiste un problema di educazione finanziaria in Italia?

L’educazione finanziaria è un processo continuo perché la finanza è in continua evoluzione. E’ esagerato dire, però, che il risparmiatore italiano non capisce: se gli si spiegano le cose gli investitori sono perfettamente in grado di capire la finanza. Esiste piuttosto il problema che i risparmiatori devono tenersi continuamente aggiornati per poter seguire i propri investimenti. Faccio un esempio: il mercato azionario cinese non esisteva dieci anni fa oggi è il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti. Questo dà la misura di come cambia radicalmente la finanza.

Inseriresti l’educazione finanziaria nelle scuole?

Sì, assolutamente. Mio figlio frequenta la quinta elementare e credo che i bambini così come vengono educati ad altri aspetti della vita, dovrebbero essere avviati anche alla gestione dei propri risparmi perché fa parte della vita. L’educazione finanziaria dovrebbe essere inserita nei programmi scolastici già a partire dalla scuola primaria. I bambini sono prontissimi ad essere educati al risparmio. Quello che dovremmo insegnare ai nostri figli è che i soldi non hanno solo un valore finanziario ma anche un valore etico. Se glielo insegnassimo fin da piccoli sarebbe un grande passo avanti.

C’è una differenza di conoscenze finanzirie fra uomini e donne?

Mediamente l’uomo è più preparato della donna, tranne in alcune eccezioni. La finanza è ancora percepita come un tema da maschi perché è molto matematica ed è uno strumento di potere. Le donne a volte non se la sentono e hanno quasi paura. Sono le prime a non aver compreso che non si parla solo di numeri, ma c’è tanto di psicologico negli investimenti. Il cambiamento è ancora lento e io, personalmente, faccio fatica a trovare donne da assumere.

Riuscite a coinvolgere le mogli negli investimenti di famiglia?

Il privatre banker può essere di supporto per coinvolgere anche la moglie negli investimenti di famiglia. Noi affrontiamo anche il tema dell’eventuale successione, ad esempio. Per nostra esperienza, quando le mogli si lasciano coinvolgere sono poi entusiaste. L’altra strada è puntare sulla prossima generazione, affinché si cambi nel futuro.

Come ha scelto la finanza?

Quando ho detto in famiglia che intendevo iscrivermi in Bocconi, in famiglia “apriti cielo”. Ho fatto il liceo classico e andavo bene in greco, così tutti si aspettavano facessi Lettere. Poi ho frequentato un corso della Camera di Commercio e mi sono appassionata alle storie aziendale. Ho deciso, quindi, di tentare l’ingresso in Bocconi. Diciamo che l’annuncio ha destato stupore.

Qual è la caratteristica fondamentale per gestire un team?

La caratteristica fondamentale è essere se stessi. Per le donne la cosa più sbagliata è scimmiottare gli uomini: l’uoma non è un uomo e allo stesso tempo non sa essere donna, non è né carne né pesce.

Che tipo di leadership hai?

Mi piace molto delegare ma controllo tutto. Adoro lavorare con i giovani, perché ci portano idee nuove. Abbiamo preso da poco uno stagista laureato in Fisica che quando è arrivato non sapeva neanche cosa fosse un’azione. Ora lo confermeremo. I team vanno continuamente sollecitati con stimoli esterni, perché altrimenti si rischia di rimanere indietro. I giovani poi ti danno anche più sicurezza ad esempio nel mondo digitale. Per quanto ci sforziamo non possiamo essere al loro livello.

Quale consiglio daresti a giovane (maschio) che vuol fare la tua carriera?

Non farei differenza fra consiglio a ragazza o ragazzo: concentrarsi nei primi anni di carriera molto sulla formazione senza trascurare le relazioni. Nella seconda parte della carriera concentrarsi molto sulle relazioni senza trascurare la formazione.