Fra startup e artigianato, Sartoria Utopia

Sartoria Utopia 3

Francesca Genti e Manuela Dago

“Siamo come una band indie, a ogni reading ci portiamo una sporta di libri, e dopo la performance li vendiamo”, racconta Francesca Genti. Stiamo parlando di poesia, della piccola casa editrice Sartoria Utopia. Una capanna editrice, come la definiscono lei e Manuela Dago, maestre di cerimonia, poetesse, agitatrici e artigiane.

Sartoria Utopia nasce nel 2012 quasi come uno scherzo, “avevamo pubblicato delle raccolte, ma ci serviva avere un repertorio più ampio, qualcosa da poter lasciare al pubblico. Ci siamo iscritte a un corso di legatoria. Un corso base”, minimizza Manuela Dago. Da allora, il 2012, a oggi, la capanna editrice è cresciuta, con un catalogo ampio di poeti contemporanei, “scegliamo solo quelli che hanno capacità performative, la poesia deve stare in giro, non solo sulle pagine”, tengono a ricordare le sarte utopiche. Intendiamoci, Sartoria Utopia, seppur piccola, è una vera e propria impresa, è il lavoro che hanno scelto Manuela e Francesca. Un lavoro di muscoli e cuore, artigianato e cura intellettuale, e tanto eCommerce.

Quando le ho incontrate sono rimasto colpito dalla grandiosa confusione, dal lavoro di braccia e dai trapani, dalle colle, da tutta la concretezza della produzione. Un opificio moderno perché “l’attenzione al prodotto ci ha permesso di lavorare anche su progetti non strettamente editoriali. Facciamo cose destinate a restare, ce lo chiedono le aziende, le persone”. La nicchia editoriale non è una preoccupazione “tolte le generaliste, le case editrici che pubblicano poesia sono piccole o piccolissime, ma il pubblico è fatto di fortissimi lettori, noi vediamo e piacciamo”.

Le due sarte utopiche sono enigmatiche, hanno le voci importanti di chi sa parlare in pubblico, e raccontano con semplicità che la “la poesia sta trovando un modo popolare di essere compresa e apprezzata. Noi pubblichiamo autori che sanno usare il linguaggio come un ponte. Siamo ironiche, popolari, sfidiamo il pubblico di continuo, vogliamo conquistare”. Il loro long seller è “Bastarde senza gloria”, un’antologia di poesia d’invettiva al femminile, che si appropria, rinnovandolo, di un genere tradizionalmente maschile.

Appuntamento al Book Pride di Milano, fiera degli editori indipendenti, per il lancio della collana “Utopini”, libri illustrati “con poesie di poeti per l’infanzia”, che esordirà con due titoli “L’orlo del vestito” di Silvia Salvagnini  e “il mio bambino mi ha detto” di Francesca Genti con illustrazioni di Manuela Dago.

Le parole scrivono parole,

gonfiano quaderni da portare sottobraccio.

Le parole schivano parole

non servono a niente.

E noi tra le parole

siamo un ponte trasparente.

Manuela Dago