Oggi la 3° giornata del Lavoro Agile a Milano (e non solo)

Arrivata alla terza edizione, la giornata del Lavoro Agile indetta dal Comune di Milano quest’anno è un successo ancora prima di cominciare. Perché le buone prassi aziendali e la capacità di Palazzo Marino – in particolare dell’Assessora Chiara Bisconti – di fare sistema tra le parti sociali sul territorio hanno creato un “precedente” che ora è stato recepito e normato a livello nazionale (vedi post precedente) . E hanno avuto un “effettuo domino” in altri Comuni, come Bergamo e Genova, solo per citarne due. Nei due anni passati, i dipendenti delle circa 150 aziende ed enti aderenti a Milano hanno potuto risparmiare circa 2 ore di tempo in un solo giorno. Al posto di passarle in macchina o sui mezzi di trasporto per andare al lavoro, sono state re-investite per sé, per la propria famiglia e per il tempo libero. E anche in lavoro aggiuntivo, fatto in maniera più personalizzata e rispettando i propri tempi. Si è così evitato di percorrere, con mezzi privati a motore per recarsi in ufficio, circa 150mila km nel 2014 e circa 170mila km nel 2015 . Vantaggi per l’ambiente e maggior tempo per sé sono evidenti, oltre al miglioramento della produttività e dell’innovazione organizzativa delle imprese.

In attesa di conoscere i numeri definitivi delle adesioni di quest’anno, vale la pena ricordare che nel 2016 i risultati sono stati molti, e non solo numerici. Innanzitutto la 2° giornata del Lavoro Agile è servita a sfatare qualche mito: prima di tutto che lo smart working o lavoro agile sia tema di genere. Perché l’anno scorso solo il 52% del campione era composto da donne,  il resto dei partecipanti sono stati uomini. Poi che sia uno strumento “di nicchia”, solo per una  fascia della popolazione: nel 2016  gli over 40 sono aumentati del 32%, e l’apprezzamento di questa modalità di lavoro è stata molto più alta dell’anno scorso tra gli over45 e fino ai 65 anni. Venendo ai numeri, ogni partecipante in media ha risparmiato 108 minuti nel tragitto casa-lavoro, evitando tra i 18 e i 25 km di strada -170mila km in meno complessivamente percorsi – con un benefico complessivo per l’ambiente pari ad una riduzione di 6 kg di pm10 e  di 33 tonnellate di C02 in meno emesse nell’aria. Tra i vantaggi oltre agli spostamenti la percezione dell’aumentata produttività delle persone che hanno potuto lavorare da remoto.

Quest’anno i numeri non possono che migliorare, ma ancora più importante è che probabilmente sono stati uno dei tasselli per convincere Palazzo Chigi a prendere l’iniziativa sul tema.

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