Governo, attacchi e difese della stampa tedesca

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Venerdì 1° giugno 2018 la rubrica del mattino della versione online del giornale tedesco Die Zeit era dedicata all’Italia e più precisamente alla sua tendenza a indignarsi quando gli stranieri, in particolare la Germania, si immischiano in questioni interne al Paese. Firmato da Ulrich Ladurner, l’articolo intitolato “Gli stranieri devono tenere la bocca chiusa?” prende le mosse dal confronto al vetriolo tra la politica italiana e “gli stranieri” cui stiamo assistendo da giorni, quantomeno a partire dalla pubblicazione dell’editoriale di Jan Fleischhauer su Spiegel Online intitolato “Gli scrocconi di Roma”.

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In questo confronto carico di risentimento la Germania è l’avversario per eccellenza, che sia rappresentata dai suoi giornalisti o dal commissario europeo Günther Oettinger. Nei giorni scorsi Oettinger ha infatti rilasciato un’intervista in cui dice di sperare che l’andamento dei mercati possa indurre gli elettori italiani a non votare per i populisti di destra e di sinistra: inizialmente riassunta in modo sbagliato dal giornalista di Deutsche Welle, la dichiarazione di Oettinger ha subito scatenato un putiferio in Italia, a partire dalle reazioni del segretario della Lega e del leader pentastellato. “Che ci si esprima in toni amichevoli o ostili, sobri o aggressivi non conta nulla. Una parola da fuori e in Italia scoppia una tempesta di indignazione” scrive Ladurner, che non si riferisce soltanto alle risposte di Salvini e Di Maio, ma anche all’atteggiamento dei giornali italiani: “Il virgolettato [di Oettinger] è stato messo in risalto da quasi tutte le testate italiane ed enfatizzato fino all’esagerazione ‘I mercati insegneranno agli italiani come votare!’. In più si specificava sempre che il commissario è un tedesco (in italiano nell’articolo ndr). Addirittura un quotidiano considerato autorevole come il Corriere della Sera ha risposto alle critiche di alcuni giornali tedeschi scrivendo di una volgare campagna mediatica della Germania”.

1-zeit-onlineSecondo il giornalista di Zeit Online in una comunità come l’Unione Europea l’intromissione di altri Stati deve essere possibile e auspicabile. La motivazione addotta da Ladurner è che i problemi dell’Italia sono al contempo i problemi dell’UE. In effetti negli ultimi giorni abbiamo visto i giudizi dei media teutonici passare da un atteggiamento critico all’apprensione su più fronti, per l’andamento dei mercati, per un’eventuale uscita dell’Italia dall’euro e per la crescita del populismo. Continua Ladurner: “Stiamo assistendo a un paradosso. Chi ora grida ‘al fuoco!’, non fa altro che alimentarlo. Questa è l’argomentazione di chi intima agli altri Stati di tacere. […] Potremmo anche adeguarci, ma allora dovremmo smettere di parlare di opinione pubblica europea. […] Nelle teste di molti europei l’UE non sembra esistere. […] Ogni nazione ha le sue sensibilità, che sono in parte frutto della sua storia e per cui bisogna avere riguardo, ma ciò non significa che si debba tacere. […] Gli europei devono poter parlare liberamente dell’Italia, anche i tedeschi. Con passione, che non deve essere confusa con l’agitazione. […] Così magari si sentirebbe anche qualcosa di sensato, utile per i tedeschi come per gli italiani, qualcosa di utile per l’Europa”.

2-sueddeutsche-zeitungDiversa la posizione di Sueddeutsche Zeitung che nell’editoriale di Elisa Britzelmeier si scaglia contro l’apparente atteggiamento di superiorità di molti tedeschi nei confronti dell’Italia. Intitolato “Basta con questa saccenteria!”, l’articolo sostiene la tesi per cui diagnosi a distanza e confronti fuori luogo sono tristi e pericolosi. Con questo Britzelmeier non si riferisce soltanto alla dichiarazione del commissario Oettinger, ma anche al giudizio espresso di frequente dai tedeschi su “questi italiani che non combinano mai nulla”, un giudizio secondo l’autrice fatale, stereotipato, ipocrita e comodo. L’inaspettato accordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle per la formazione di un governo gialloblu dopo turbolente trattative sarebbe la prova che gli italiani qualcosa sono in grado di combinarlo: “Con tutto lo scetticismo del caso la formazione di questo governo è ragione di sollievo. In fin dei conti era quasi inimmaginabile che nuove elezioni avrebbero potuto portare a una soluzione per una situazione politica così intricata. Gli osservatori prevedevano una crescita del consenso per i populisti, specialmente per quelli di destra, la Lega”. Britzelmeier ricorda poi anche il difficile e lungo processo di formazione del governo tedesco, nonostante la situazione di partenza fosse nettamente meno complessa di quella del Belpaese: “Sembra tutto dimenticato quando sentiamo parlare Oettinger, quando quell’europarlamentare della CSU (Markus Ferber ndr) si immagina una ‘marcia su Roma’ oppure quando i media si abbassano al livello degli ‘scrocconi di Roma’. Diagnosi a distanza e confronti fuori luogo di questo tipo da parte della Germania hanno una lunga tradizione, una tradizione triste e pericolosa, perché i populisti, che siano dei Cinque Stelle o della Lega, raccolgono tutto avidamente e coltivano il pregiudizio dell’egemonia tedesca in Europa. E questo funziona”. L’autrice conclude sottolineando la legittimità delle critiche al governo italiano nascente, un governo problematico che andrà stigmatizzato per molti aspetti. Sono le posizioni di “chi crede di dover tagliare i panni addosso agli italiani e alle loro caratteristiche nazionali” a essere sbagliate e pericolose.

Anche Spiegel Online tematizza la relazione tra Europa e Germania da un lato e Italia dall’altro nell’articolo intitolato “Il silenzio è d’oro” di Markus Becker. Pubblicato prima che il commento del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sulla situazione politica in Italia, parafrasato erroneamente da diverse testate internazionali con “gli italiani lavorino di più e siano meno corrotti”, alzasse un polverone di polemiche non indifferente, l’articolo di Becker tratta in primis della linea neutrale adottata da Bruxelles nei confronti della questione italiana. Dopo la dichiarazione di Oettinger, Juncker si era infatti affrettato a fare una lavata di capo pubblica al commissario al bilancio prima ancora di sapere cosa avesse detto esattamente; una reazione quella del presidente forse esagerata e basata sugli avvelenati tweet di risposta alla citazione di Oettinger non completamente esatta (e infatti poi rettificata) da parte del giornalista di Deutsche Welle Bernd Thomas Riegert. Su Spiegel Online Beckert scrive: “Anche altri Stati membri dell’UE si tengono fuori dalla questione italiana, soprattutto la Germania che a causa della sua politica di risparmio è diventata il bersaglio principale dei populisti italiani anti-Europa. Se Oettinger fosse spagnolo o portoghese, le sue parole probabilmente non avrebbero fatto così tanto scalpore in Italia”.

Diverso il parere del collega di Becker Peter Müller che sempre sulle pagine di Spiegel Online fa presente che l”’UE ha potuto sperimentare sulla propria pelle quanto il silenzio non sia sempre d’oro”. Müller si riferisce in particolare al periodo antecedente Brexit, quando l’Unione Europea tacque per mesi nel timore che una campagna per l’Europa proveniente da Bruxelles avrebbe potuto rivelarsi controproducente: “Com’è andata a finire lo sappiamo. Dunque la conclusione non può che essere: immischiatevi!”. Secondo Müller gli ultimi sviluppi politici in Italia non rappresentano una mera questione nazionale, bensì europea, ragion per cui ogni cittadino dell’Unione dovrebbe iniziare a preoccuparsene. Il giornalista sottolinea però l’importanza del tono adottato quando ci si espone su un altro Paese: “È importante riflettere sulle parole scelte e chiedersi se non stiamo utilizzando soltanto cliché. Ma poi è necessario dare il via a questo dibattito europeo”.
La versione cartacea del settimanale tedesco Der Spiegel prosegue nella sua tradizione di copertine critiche e provocatorie sull’Italia. Dopo quella celebre del 1978 che ritraeva una pistola su un piatto di spaghetti fumanti (titolo: “Vacanze italiane: sequestro di persona, estorsione, rapina a mano armata”), sabato 2 giugno 2018 sulla prima pagina del settimanale appare una forchetta da cui pende uno spaghetto a forma di cappio. Titolo e sottotitolo recitano “Ciao amore! L’Italia si autodistrugge e trascina l’Europa con sé”.

Il giuramento del nuovo governo italiano nel pomeriggio di venerdì 1° giugno, le nuove elezioni sventate e la scelta di alcuni ministri chiave apartitici sembrano venire al momento trattati con sollievo dalla stampa tedesca. Sueddeutsche Zeitung sottolinea comunque il ruolo problematico di Paolo Savona, il mancato ministro dell’Economia fermato dal veto di Mattarella e neo ministro degli Affari europei, definito “radicale critico dell’Europa e della Germania”; la speranza, così la testata, è che il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Affari europei nei governi Monti e Letta nonché elemento di garanzia del Presidente Mattarella, faccia da contrappeso. “Si avrà a che fare in gran parte con personalità che non fanno parte né della Lega né del Movimento Cinque Stelle: il Premier Conte e i Ministri Tria, Moavero e Savona sono apartitici. Per molti ruoli i populisti non hanno personale adatto” conclude SZ. Il giornalista Stefan Ulrich non manca tuttavia di ricordare che con “il brillante sobillatore Matteo Salvini nei panni dell’uomo più potente di Roma” non è detto che il peggio per l’Italia e per l’Europa sia passato. Secondo Ulrich “l’UE deve ora dimostrarsi comprensiva e stabile” e imparare a riflettere sui propri errori, in particolare su quelli riguardanti la crisi migratoria e quella economica. Die Welt pone l’accento sulla svolta che il nuovo governo porta con sé, “il primo governo italiano euroscettico e populista di destra”. Continua Die Welt: “L’Europa e la Germania si trovano di fronte a una prova di carico. Entrambi i partiti hanno infatti fatto campagna contro Bruxelles e Berlino”. In chiusura il giornale porta l’attenzione sul bassissimo numero di donne rappresentate nel nuovo governo: “Solo 5 su 18 ministri”. Zeit Online sottolinea i cambiamenti in arrivo sull’immigrazione per via della nomina di Salvini a ministro degli Interni: “Già nella notte tra giovedì e venerdì ha annunciato di volere mandare a casa i migranti anziché investire nell’accoglienza”. La versione online del settimanale tedesco sottolinea inoltre la permanente preoccupazione con cui i mercati e l’UE guardano al programma del nuovo governo che minaccia di aggravare il debito del Paese. Su Zeit Online Urlich Ladurner si concentra sull’instabilità del nuovo governo, guidato da un premier politicamente inesperto e debole che “rischia di diventare un semplice notaio di Di Maio e Salvini”. Conclude Ladurner: “Dove porteranno l’Italia questi due (Di Maio e Salvini ndr)? Probabilmente lontano da Bruxelles, in direzione Europa dell’Est. Forse verso Budapest, dove governa Viktor Orbán, il propagandista della democrazia illiberale”.