#Liberadiessere, ovvero Nellie Bly la prima reporter sotto copertura d’America

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E’ un mondo in grande trasformazione. Un mondo in crisi, eppure in fermento, in cui si accorciano le distanze. L’innovazione tecnologica compie progressi sempre più rapidi in grado di cambiare la vita delle persone, mentre i grandi flussi migratori provenienti dai paesi più poveri monopolizzano il dibattito nell’opinione pubblica. Non è l’Europa – o l’Italia – del 2018,  ma l’America di fine Ottocento. Non sembra che sia cambiato granché, in fondo, pur essendo trascorso più di un secolo e mezzo.

E le donne? Possono aspirare ad un bel matrimonio, certo. Le più temerarie intenzionate a intraprendere la strada nel giornalismo possono trovare al massimo un cantuccio sicuro nella redazione di costume, scrivere di giardinaggio o di economia domestica. Nessuno si sognerebbe di parlare della condizione delle operaie in fabbrica, dello sfruttamento, delle condizioni di lavoro e di quelle (pessime) degli alloggi. Una sì, lo fa, invece, con coraggio, sulle pagine del “Dispatch” di Pittsburgh, capitale americana dell’acciaio. Perché anche lei, come loro, si sente una “ragazza senza”. Senza un uomo che la protegga, senza una solida famiglia o una dote. È Nellie Bly, la donna destinata a cambiare il volto del giornalismo americano, la prima a farlo da “undercovered”, cioè sotto copertura, mimetizzandosi perfettamente nelle realtà che voleva raccontare.

Nellie Bly è la protagonista del romanzo d’esordio di Nicola Attadio, edito da Bompiani, un personaggio conosciuto e amato in America, da noi quasi ignoto. La biografia romanzata di Elisabeth Cochrane – vero nome della Bly – è come un cavallo al galoppo, che cresce pagina dopo pagina e coinvolge il lettore. Attadio è esperto di storie (collabora al programma di Radio3 “Vite che non sono la tua”, ndr) ed è in grado di tratteggiarne gli aspetti principali, cogliendoli da diversi punti di vista, come fa un regista che inquadra il soggetto da varie angolazioni. Tutto ciò ci aiuta ad immergerci in una realtà che, proprio per gli aspetti evidenziati pocanzi, non è del tutto distante da noi, come potrebbe sembrare. La Bly è tenace e ostinata, una pioniera del giornalismo investigativo, condotto con intuito e sensibilità. Dalla lontana periferia giungerà prima a Pittsburgh e poi a New York. È autonoma e indipendente, e acquisisce questa consapevolezza da subito, quando da adolescente assiste al triste epilogo delle seconde nozze di sua madre, con un uomo brutale e violento. Rimasta vedova e senza mezzi, sua madre pensa di trovare una sistemazione per sé e i suoi figli proprio con il matrimonio. Ma sarà costretta a ricredersi ben presto e a divorziare per non lasciarci la pelle. Di lì, l’assoluta convinzione di Nellie Bly che le donne possono trovare vera emancipazione solo attraverso un lavoro che le renda autonome e indipendenti. Infatti, lei si sposerà piuttosto tardi per quei tempi, a 30 anni, mantenendo la sua autonomia che è innanzitutto libertà. Nellie Bly è #liberadiessere se stessa al di fuori dei canoni convenzionali dell’epoca della vita sociale e professionale. Porta avanti le sue idee con fierezza. Non si piega, non si rassegna di fronte ad un ostacolo. «Mi sono appassionato alla figura di Nellie Bly perché è una donna di forti passioni, sicuramente fuori dal comune. Il suo femminismo va oltre – spiega Attadio – e polemizza anche con le donne delle borghesia che rivendicano il diritto al voto perché, in fondo, queste ultime non sono tanto solidali con le “ragazze senza”, come le operaie che non hanno mezzi né opportunità di riscatto». Anche lei è stata una “ragazza senza”, ma non si è data per vinta. A leggere la storia di Nellie Bly, a guardare i suoi progressi, le sue vittorie contro il perbenismo e soprattutto contro l’ostilità dei colleghi uomini – suoi capi, in primis quel Joseph Pulitzer dal grande fiuto imprenditoriale applicato al mondo del giornalismo – sembra che la strada da fare per una vera emancipazione femminile sia ancora tanta.

La prima grande inchiesta che rese famosa Nellie Bly è stata quella nel manicomio femminile di Blackwell’s Island. In un dormitorio per sole donne si finse un po’ “spostata”, con qualche comportamento fuori le righe ed ecco che si ritrova in men che non si dica in una vera e propria prigione, dove i maltrattamenti e le condizioni disumane sono la norma. Donne sole, alcune anche straniere e quindi con scarsa conoscenza della lingua, vengono catapultate in questo inferno da cui è quasi impossibile uscire. La maggior parte di loro non necessita il ricovero, ma finisce con l’impazzire per davvero, costretta dall’isolamento, dalla sporcizia, dall’incuria, dall’annullamento della dignità umana. Questa eccezionale inchiesta giornalistica servirà ad aprire uno squarcio su quel mondo, con un ampio dibattito scatenato nell’opinione pubblica perché per Nellie Bly il giornalismo è un’arma contro l’ingiustizia. E dopo il suo impeccabile lavoro sotto copertura, qualcosa comincerà a cambiare.

Titolo Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly, a free american girl

Autore Nicola Attadio

Casa editrice Bompiani

Anno di uscita 2018

Prezzo 16,00