Servono più cattive “di qualità” nella letteratura per ragazzi!

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Se chiedete a mio figlio chi è la più bella della saga di Harry Potter, vi risponderà senza esitazione: Bellatrix Lestrange. E devo ammettere che anche su di me il personaggio esercita un certo fascino. Avercene, di cattive così, nella letteratura per ragazzi. Già, appunto: ma quante ce ne abbiamo, di cattive? In un recente studio la Nielsen calcola che nella letteratura per ragazzi ci sono otto volte più cattivi maschi che femmine. Ma come, la parità di genere passa dalle torture e dagli assassini, direte voi? Anche.

Quello però che mi colpisce di più, di questo studio ripreso anche dal World Economic Forum, è la qualità di questi cattivi. Prendiamo Capitan Uncino di Peter Pan, per esempio: comanda un’intera ciurma, ha decine di uomini che lo servono e lo riveriscono. Oppure Gaston, il belloccio ma stupido, della Bella e la Bestia, ammirato da tutte le fanciulle del Paese e icona dei giovanotti. E poi prendiamo la maggior parte delle cattive donne della storia della fiaba mondiale: Maga Magò; la strega di Biancaneve; Malefica della Bella Addormenata nel bosco. Una cosa hanno in comune: sono tutte streghe. E una strega per definizione è vecchia, brutta, e soprattutto vive ai margini della società.

Eccola qui, la vera differenza tra cattivi maschi e cattive femmine: il loro riconoscimento sociale. Nella letteratura per l’infanzia, la maggior parte delle antagoniste sono donne reiette, mentre i maschi sono uomini di potere che avranno anche perso il senso del confine fra il bene e il male, ma non hanno perso il loro posto nella società. Comandano: ciurme obbedienti, compaesani spaventati dal mostro e dal diverso, schiere di fedeli adoranti (come nel caso dell’alto prelato che condanna il Gobbo alla reclusione dentro Notre Dame).

Nella letteratura per l’infanzia alle figure femminili non si rende mai giustizia: o sono belle ma fragili, ma a questo per fortuna i racconti più moderni hanno messo una pezza, da Mulan in avanti. Oppure sono streghe reiette (o regine poco considerate, come quella di Cuori in Alice nel Paese delle meraviglie). Si capisce così perché un personaggio come Bellatrix Lestrange abbia un certo fascino: è bella e potente, socialmente ben integrata e ammirata, foss’anche solo tra le fila di quegli assassini dei Mangiamorte. Un altro ottimo esempo di cattiva di potere è Crudelia Demon. Bella no, ma ricca, sposata e ben introdotta alle cene dell’alta borghesia londinese, dove ha il brutto vizio di volersi presentare in pelliccia di dalmata.

I bambini stessi lo riconoscono, che per le cattive occorre un cambio di passo: quando la piattaforma “Votes for schools” ha chiesto ai ragazzi della rete se ci fosse bisogno di più cattive al femminile, non solo l’80% delle bambine ha risposto di sì. Ma anche il 54% dei maschi.