Caro bimbo straniero, da oggi un premio nascita anche a te

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Il premio mamme arriva anche per le straniere in Italia. La strada per arrivarci è stata legale e tortuosa, ma alla fine si è giunti al dunque. È di questi giorni, infatti, la notizie secondo cui la Corte d’appello di Milano ha respinto l’appello dell’INPS contro l’ordinanza del Tribunale di Milano che – accogliendo un ricorso di ASGI, APN e Fondazione Piccini – aveva ordinato all’Istituto di riconoscere il premio nascita a tutte le mamme straniere regolarmente soggiornanti e non soltanto alle mamme lungo-soggiornanti o titolari di protezione internazionale. Tradotto in numeri: 24.500 mamme straniere potranno presentare domanda all’Inps per ottenere il premio nascita di 800 euro una tantum.
Lo Stato premia le mamme. E a ben guardare gli ultimi dati resi noti da Federconsumatori – che fotografano un costo della vita in continua crescita – mai parola è stata più azzeccata: Prèmio.

I premi si ricevono come ricompensa, come riconoscimento per i propri meriti (lavorativi , sportivi, accademici…) o come si legge sulla definizione della Treccani: “…spesso anche come incoraggiamento a proseguire in un’attività con maggiore impegno…” Premio e impegno. Due aspetti della vita familiare che i genitori ben conoscono. Un premio per chi, con uno sguardo positivo al futuro, mette al mondo figli anche in situazioni difficili e sovente precarie. Nell’ultimo studio condotto da Federconsumatori si legge infatti che dal 2013 al 2017 il reddito medio di una famiglia è cresciuto del +3,6% a fronte però del costo della spesa che, invece, è cresciuto più velocemente, del +4,1%. Se estendiamo tale confronto al dato previsionale relativo al 2018 il divario risulta ancora più ampio: nel periodo 2013-2018 il reddito medio di una famiglia è cresciuto del +4,4%; il costo della spesa, invece, è cresciuta del +6,4% (segnando una differenza di 2 punti percentuali). Gli aumenti più significativi per i nuclei familiari si registrano nei trasporti (previsione 2018), dovuto principalmente al costo elevato dei carburanti e concessioni autostradali; nell’alimentazione e nell’energia elettrica e gas, la cui spesa, dopo una frenata registrata nel corso del 2014 e del 2015, è tornata a crescere dal 2016 ad oggi. Nel 2018 si prospetta un’ulteriore impennata.

E se pensiamo a quanto costi mantenere un figlio nel primo anno di vita 800 euro, per quanto rappresenti un aiuto, si volatilizzano il tempo del cambio di un paio di pannolini. Secondo l’ultima indagine condotta dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui costi relativi al mantenimento di un figlio nel primo anno di vita sembrerebbe che mantenere un bambino nel primo anno di vita nel 2017 possa essere costato da 7.072,90 euro a 15.140,76 euro, l’1,1% in più rispetto al 2016. Dal passeggino ai giocattoli, passando per ciucci e biberon, tutti i costi diretti e indiretti (asili nido e babysitter in vetta alla classifiche) sono stati in aumento.

A sostegno del reddito e delle spese sostenute dai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori, l’INPS eroga inoltre una serie di prestazioni tra le quali l’assegno al nucleo familiare per lavoratori domestici e somministrati, assegno al nucleo familiare dei comuni, concesso in via esclusiva dai comuni e pagato dall’INPS, rivolto alle famiglie che hanno almeno tre figli minori e che dispongono di patrimoni e redditi limitati; carta acquisti ordinaria, una carta di pagamento elettronica concessa a cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico.

  • Anna |

    Il premio sarà dato solo ai bimbi che sono nati dal 2017 o sarà retro datato? Da quando?

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