Il messaggio di inizio anno del Toro Ferdinand

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E va a finire così, con una mamma, io, che prova a nascondere le lacrime dietro al pacco da un chilo di popcorn, e un bambino, mio figlio di sei anni, che inneggia felice alla lotta tra il toro Ferdinand ed El Primero, il più famoso torero di Spagna. Siamo a Madrid, nell’arena della corrida. E siamo alla scena finale di Ferdinand, film animato prodotto da 20th Century Fox Animation e Blue Sky Studios. Un film scelto a caso, anzi, per comodità perché il multisala è vicino a casa. Un film che arriva dopo quaranta minuti di pubblicità per cui non capisci se la prima scena è l’inizio dello spettacolo per il quale hai pagato il biglietto o l’ennesimo trailer di altre proiezioni. Un film che sono certa che vorrò rivedere, anche se oramai lo so chi vince nell’ultimo scontro potenzialmente mortale tra il matador e il toro, a dire il vero sempre potenzialmente più mortale per il toro. Perché sono uscita dal cinema per la prima volta dopo tanto tempo con la voglia di approfondire una storia e solo dopo, una volta a casa, mentre Francesco mi dice “Mamma non capisco come fai a piangere per un film. A me i film piacciono quindi rido”;.

ferdinand-1Solo dopo, dicevo, ho scoperto che “Ferdinand” è la trasposizione di un libro per bambini diventato cult, ‘La storia del Toro Ferdinando’, dell’autore americano Munro Leaf. Pubblicato nel 1936, per il suo messaggio pacifista è stato da subito bandito in molti Paesi. In Spagna, per esempio, era vietato fino alla morte di Franco, nella Germania nazista fu bruciato come “propaganda”. Un passato che dà spessore a una trama che si presta a tante letture, storica, spirituale, animalista. Ognuno si porta a casa la propria.

A me quello che resta di questo lungometraggio diretto da Carlos Saldaña è che alla fine, davanti a una delle ultime inquadrature, nell’arena, dove l’uomo punta la spada in mezzo agli occhi dell’altro animale, ti porti dietro un’ora di narrazione serrata, tante risate, la faccia di una capra coach che sembra Amy Winehouse e un legame emotivamente fortissimo con 900 chili di carne, muscoli e corna dagli occhi azzurri. E speri, fortemente speri che le cose non vadano come sembri molto probabile che andranno. Che è poi la cifra di Ferdinand. Inizialmente spiazza perché è un toro che ama i fiori, poi conquista perché trova sempre una terza via, una sua, personalissima terza via per vivere la vita che vuole. Che mi pare un bell’augurio per tutti, per il 2018 e per tutti gli anni a venire.