Menopausa: se il governo Uk chiede alle aziende di essere più “accoglienti”

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Sono una grande fetta dell’attuale forza lavoro e, a causa delle norme che hanno aumentato l’età pensionabile in quasi tutti i Paesi Ue, diventeranno sempre di più. In Inghilterra, per esempio, le lavoratrici con più di 50 anni sono circa 4,3 milioni, in aumento del 72% rispetto al 1994. Si tratta di numeri importanti che il governo inglese ha deciso di non ignorare, soprattutto per quanto riguarda un aspetto delicato della vita di queste lavoratrici: la menopausa. Per questo motivo, durante lo scorso mese di giugno, ha pubblicato una serie di linee guida per datori di lavoro e aziende per aiutarle a trattare nel modo corretto le proprie dipendenti in menopausa.

Secondo il governo inglese e i ricercatori dell’Università di Leicester, a cui è stata affidata la parte scientifica del progetto, le lavoratrici che attraversano questo delicato momento avrebbero, infatti, bisogno di ambienti di lavoro più accoglienti e rispettosi. Un esempio? Permettere alle lavoratrici di ridurre l’orario di lavoro o mettere a loro disposizione acqua fresca e aree di riposo così da riuscire a gestire i sintomi della menopausa. Ma anche introdurre uniformi di tessuto non sintetico, migliorare il sistema di ventilazione per consentire alle donne di ridurre il problema delle vampate di calore.

Pur non trattandosi di una malattia, i ricercatori di Leicester (come già molti prima di loro) hanno sottolineato, infatti, che questa condizione ormonale porta con sé una serie di sintomi che possono persistere anche per 4 anni e che finiscono con l’influenzare negativamente la qualità di vita di quasi otto donne su dieci. Non solo. Gli studiosi assicurano che il peso economico della mancata gestione delle lavoratrici in menopausa sul luogo di lavoro potrebbe non essere trascurabile.

Essi infatti individuano due tipi di costi economici: quelli estensivi e quelli intensivi. Per estensivi si intende quelli collegati alle professioniste che scelgono di abbandonare il lavoro – ma anche a quelle che lo perdono – a causa dei sintomi di “transizione” della menopausa che per molte donne possono essere davvero fastidiosi. Vengono invece definiti “intensivi”, gli effetti economici legati alle lavoratrici che, pur non abbandonando il lavoro, devono affrontare ogni giorno i problemi fisici e psicologici di questa condizione. Problemi che spesso si riflettono in una perdita di produttività.

Una conseguenza che la multinazionale di vendita al dettaglio Mark & Spencer ha deciso di non sottovalutare. Nel 2010 l’azienda ha creato, infatti, un sito web dedicato al benessere dei suoi dipendenti che comprende anche una sezione chiamata “Gestisci la tua menopausa”. Si tratta di una sezione che contiene sia video e consigli su come affrontare la menopausa, sia informazioni e indicazioni per i manager su come supportare le donne in questo periodo di transizione. Marks & Spencer ha inoltre inserito nei servizi di assistenza sanitaria aziendale anche la possibilità di accedere a un team di specialisti per aiutare le dipendenti a cui la menopausa crea forti disturbi fisici e psicologici.

Ora, con queste linee guida, il tentativo del governo inglese è quello di estendere queste best practice a molte altre imprese. Solo fra qualche anno, però, sarà possibile valutare l’impatto economico di certe misure. Con due se: se davvero esiste una perdita a causa della menopausa. E se queste misure sapranno colmarla.