Nove invenzioni che non sospettavate portassero la firma di una donna

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Ann Tsukamoto

Pensate al primo nome di inventore che vi viene in mente. È un uomo giusto? E allora vuol dire che, come me – lo ammetto – siete vittima di un pregiudizio. Per esempio, lo sapevate che a ideare il Monopoli è stata una donna? Si dice fosse stato Mr Charles Darrow a inventarlo, nel 1935, ma la verità è che la Parker Brothers, produttrice del gioco, per poterlo vendere dovette acquistare anche i diritti d’autore di un tal “Landlord’s Game”, passatempo da tavolo incentrato sulle regole del capitalismo e le sue falle, creato da Elizabeth Magie nel 1904. Acquistarne i diritti costò 500 dollari: nessun dubbio che furono soldi ben spesi.

Mrs Magie non è l’unico talento al femminile degno di nota. La BBC ne ricorda alti otto, nell’articolo di lancio della sua “100 Women“, quinta edizione della kermesse dedicata alle donne e al loro percorso verso la conquista della parità. La più famosa, nel gruppo delle inventrici, è Grace Hopper, pioniera della programmazione software, già al lavoro negli anni Cinquanta. Di Ict si è occupata anche il fisico Shirley Ann Jackson, le cui ricerche negli anni 70 hanno permesso a chi riceve una chiamata di riconoscere il numero del chiamante.

Che la lavastoviglie sia stata inventata da una donna (Josephine Cochrane) nel 1886, non ci stupisce: solo una donna riconosce il valore di qualcosa che, due volte al giorno, le permetta di liberare mezz’ora del proprio tempo dall’incombenza delle faccende domestiche. Meno “femminile”, mettiamola così, è aver pensato al kevlar, un materiale leggerissimo ma cinque volte più resistente dell’acciaio con cui forgiare giubbotti anti-proiettile. Ma il brevetto, datato, 1965, porta inequivocabilmente la firma della chimica Stephanie Kwolek. Anche i tergicristallo sono stati ideati da una donna: nel 1903, quando ancora di donne al volante se ne contavano davvero poche. Ma Mary Anderson ha avuto l’innegabile merito di aver evitato il raffreddore a chiunque da quel momento in poi avesse preso un taxi: fino ad allora infatti, quando nevicava, l’unico modo di pulire il parabrezza in corsa era quello di aprire il finestrino e togliere la neve con la mano, con buona pace di chi stava seduto nella fila di dietro.

In alto, nella foto d’apertura, c’è Ann Tsukamoto, la scienziata che per prima isolò le cellule staminali. La sua scoperta porterà prima o poi l’uomo a sconfiggere il cancro, così come la scoperta di Olga Gonzalez, che ha inventato le batterie a lunga durata ((grazie a un mix  di nichel e idrogeno) ha portato l’uomo a vivere nello spazio all’interno della Stazione spaziale internazionale. Last, but not least, nell’elenco a nove c’è anche l’infermiera Marie Van Brittan, che stufa di starsene sola in casa con la paura dei ladri e dei malintenzionati si è inventata il primo sistema di allarme casalingo.

Ora: la BBC ha scelto di immortalare nove donne per nove invenzioni. Perché nove e non dieci? Perché la prossima Invenzione deve ancora essere inventata. Speriamo sia di quelle grandi, così quando qualcuno mi chiederà a bruciapelo il nome di un grande inventore del passato sarò pronta a rispondere citando il nome di una donna.

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