Amori, figli, imperatori e icone gay: 5 (+1) romanzi per l’estate

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Agosto è alle porte e, come ogni estate, non si può partire per le vacanze senza mettere un libro in valigia. Sotto l’ombrellone, in cima alla più alta delle montagne oppure seduti sui bordi della fontana di una delle più belle città europee, un buon libro può fare la differenza. E’ una tecnica che funziona a prescindere dal fatto che lo si legga per intero o se ne accarezzi la copertina per giorni e giorni. Ho visto girare, senza pudore, una “Madame Bovary” (G. Flaubert) per quattro estati di fila, tanto che quando la vedo occhieggiare dalla libreria mi sembra di sentire ancora la sabbia nelle scarpe. In fondo, come noi, anche i libri hanno bisogno di cambiare aria una volta all’anno e, sapere di averli con sé, aiuta a distendere la mente e a procurarsi quella piccola dose di relax che abbiamo tanto anelato.

Per questo ho pensato di suggerire cinque romanzi (perché di più sembrerebbe presuntuoso) a tematica (più o meno) LGBT* da infilare tra un paio di short e una crema solare ben sigillata. Semplicemente cinque libri che ho letto, non particolarmente corposi (perché se poi bisogna scegliere tra un romanzo e “quella camicia bellissima che devo assolutamente portare” il primo rischia di rimanere casualmente sul comodino), con un andamento lineare e vivace (così da non dover riprendere la lettura ogni volta che veniamo interrotti) evitando di proposito i grandi classici (che do per scontato abbiate letto tutti). Li ho divisi secondo una categorizzazione assolutamente personale e azzardata.

Cominciamo con “Chiamami con il tuo nome” di Andrè Aciman (Guanda, 2007), una storia di amore intensa, passionale e assolutamente sopra le righe tra Elio, figlio di un brillante professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, e Oliver, studente universitario in arrivo da New York per lavorare, con il padre di Elio, alla sua tesi di post-dottorato. Così l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura, diventa, tra una discussione sulle passioni letterarie e musicali, le nuotate mattutine e le corse in bici, oggetto di desiderio tanto bello e inesorabile, quanto di ossessione pura. Un libro molto intenso da cui è stato tratto recentemente un film (presentato quest’anno alla Brelinale) e consigliabile a chi crede agli amori che non hanno una fine e forse nemmeno un inizio.

Attenzione, chi è stato lasciato dopo due giorni da quello che pensava fosse l’uomo (o la donna) della sua vita potrebbe lanciare il libro da una scogliera invocando fiamme su tutto il genere umano. Per questi ultimi allora mi sento di proporre il più cupo e autobiografico “In questi giorni sono fuori di me” (Baldini Castoldi Dalai, 2008) di Josh Kilmer-Purcell. A New York, Josh di giorno lavora come pubblicitario e la sera si esibisce come la drag-queen Aqua. Due vite che si sovrappongono, due vite vissute tra il giorno e la notte, tra l’ufficio e i locali notturni dove Aqua si esibisce, con regole, punti di vista e necessità separate. Quando conosce Jack, escort per clienti facoltosi, scatta la scintilla. Comincia quindi la ricerca disperata di una felicità che fatica ad arrivare. Un romanzo ricco di ombre, dove la luce sembra non dover trovare alcun varco, una scrittura irriverente e pregna di grottesco sarcasmo.

Per i più intellettuali uno dei miei libri preferiti, per il quale faccio uno strappo alle regole che ho annunciato all’inizio: “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, pubblicato la prima volta nel 1951. Nel romanzo, l’autrice immagina di fare scrivere a Publio Elio Traiano Adriano, l’imperatore romano del II secolo, una lunga lettera al nipote erede al trono Marco Aurelio, nella quale parla della sua vita pubblica e privata. L’imperatore si trova così a riflettere sui trionfi militari, sul proprio amore nei confronti della poesia, della musica e della filosofia ma, soprattutto, della sua passione verso il giovane amante Antinoo, sua ombra e suo pilastro. Oltre ad essere un capolavoro pluripremiato lo consiglio a chi ama la bellezza e per il modo estremamente delicato che Yourcenar ha di descrivere i sentimenti, le emozioni e la tenerezza di Adriano per il dolce amante oggetto di amore immortale.

Chi invece sente pressante un desiderio di paternità e di famiglia non può perdersi “Hello Daddy!” (Mondadori, 2011) di Claudio Rossi Marcelli. Al di là di una particolare predilezione per l’ironia di questo autore contemporaneo, il romanzo racconta, in maniera piacevole e vivace, ma estremamente vera, il desiderio di paternità di una coppia gay (appunto Claudio Rossi e il compagno), la possibilità di realizzarlo e che tipo di famiglia ne scaturisce. Il tutto senza alcuna pretesa didattica, una famiglia raccontata così come è, nella sua semplicità, senza stereotipi o pregiudizi di sorta. Consigliato a chi, alla fine, è andato a raccogliere il libro di Auciman in fondo alla scogliera.

Infine, osando, mi sento di suggerire un romanzo che, pur non parlando di alcun tema LGBT*, non posso che includere in questa lista: “Zia Mame” di Patrick Dennis (Adelphi, 2009). Divertente appassionante e scanzonato, questo romanzo racconta la storia di Patrick che, orfano dei genitori, viene affidato alle cure di Mame, donna americana tanto amabile e affascinante quanto fuori dagli schemi. Una vera signora che trascorre le giornate in un turbine di acquisti, intrattenimenti, viaggi, salotti e feste, adeguandosi continuamente alle mode del momento: un attimo prima una dama giapponese e ricercata, quello successivo una moglie compita e rispettosa delle tradizioni degli Stati del sud. Niente di puramente LGBT* insomma, ma Mame, ai miei occhi, è sempre stato il prototipo di icona gay che ognuno di noi avrebbe voluto come compagna di viaggio (oltre alla mia adorata Mariah, ovviamente).

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