Migliaia di firme per chiedere il decreto del governo per il rimborso delle spese adottive dal 2012

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Lo avevamo salutato come un segnale finalmente positivo di ripresa: dopo 6 anni di attesa, sul sito della Commissione Adozioni Internazionali, il 19 maggio scorso era finalmente comparsa la tanto attesa notizia della presa in carico delle domande di rimborso relative alle adozioni concluse nel 2011. Una buona notizia, sicuramente dopo troppi anni di silenzi e di attese, ma la speranza si è subito spenta per le migliaia di famiglie coinvolte.

È del 12 luglio un’altra notizia pubblicata sul sito della Commissione: “Si comunica che sono in corso i rimborsi delle spese sostenute per le adozioni conclusesi nell’anno 2011 che saranno integralmente liquidati entro la fine del corrente anno 2017, nel rispetto dei criteri fissati dal DPCM del 4 agosto 2011. Si informa altresì che, successivamente al DPCM del 4 agosto 2011, non vi è stato alcun provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni concluse dopo il 31 dicembre 2011. Pertanto, attualmente non verrà dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso relativa agli anni successivi al 2011”.

Ovvero, i fondi per le adozioni ci sono, ma manca il decreto ministeriale che destini una parte di questi fondi in modo specifico ai rimborsi. L’ultimo risale al 2011 appunto, quindi le adozioni effettuate a partire dal 2012 non riceveranno alcun rimborso: per capire la portata del fenomeno, stiamo parlando di oltre 14 mila famiglie. Famiglie che hanno acceso mutui e prestiti per poter concludere l’iter adottivo e che contavano sul rimborso per poter recuperare parte dei debiti, o ancora, genitori che spesso si trovano a dover affronatre totalmente da soli i costi per il post adozione per poter curare, sostenere, lenire le ferite dei propri figli e per i quali il rimborso potrebbe rappresentare una boccata d’aria o la possibilità di poter intraprendere determinate cure per i propri figli.

Le famiglie non ci stanno: il Coordinamento Care (Coordinamento delle Associazioni familiari Adottive e Affidatarie in Rete) ha deciso di fare sentire la propria voce, rivolgendosi direttamente al ministro Gentiloni con una petizione, chiedendo “di rispettare gli accordi con le famiglie che hanno concluso un’adozione internazionale dal 2012” in poi e invitandolo a firmare il decreto sbloccafondi. Come ricorda la lettera di accompagnamento della raccolta firme, non dimentichiamo che “l’adozione rimane l’unico modo per dare una famiglia a un bambino in stato di abbandono”, e le famiglie che con coraggio e amore hanno intrapreso questa strada vanno sostenute.

In pochi giorni sono state raccolte oltre 6.500 firme, qui per firmare la petizione.

  • roberta ruggeri |

    Ho contattato alcuni parlamentari, ho ricevuto risposta dall’On. Carrescia e On. Quartapelle. Carrescia che non conosceva la question ma che è sensibile al sostegno a tutte le famiglie, ha presentato una sua interrogazione per chiedere delucidazioni. Invito tutti a sensibilizzare i nostri rappresentanti presso il Parlamento e Senato per sbloccare una situazione che ha del burocratese infame. Il CAI fa acqua da tutte le parti e il discorso va ampliato. Le adozioni internazionali e non solo… sono sempre più elitarie e intanto il numero degli infanti in stato di abbandono aumenta

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