Videogiochi (16-18 anni): guida per genitori analfabeti digitali

Relax and have a game-session

Lo so che ti sembra già grande. Che vederlo così davanti al televisore con un coso in mano ti fa tristezza. Lo so che pensi che farebbe meglio a leggersi un libro, che so Petrarca, o anche una cosa leggera come Stephen King. Che è grande e potrebbe impiegare meglio il suo tempo.  So bene che hai quel pensiero automatico nella testa. Ora respira , chiudi gli occhi e apri le orecchie. Come se fossi il tuo personal trainer durante la tua abituale seduta di meditazione proverò a spiegarti come evitare di apparire un dinosauro davanti agli occhi di tuo figlio/a.

1) Ripetere ad alta voce: “Giocare ai videogiochi non è una perdita di tempo“.  Come non lo è ascoltare musica o leggere un libro. Ci sono videogiochi brutti come canzoni orrende e libri che vorresti buttare dalla finestra. Nei videogiochi esistono i generi, gli autori bravi e cattivi. Diresti mai che la musica è una perdita di tempo?

2) I videogiochi non sono solo Pac Man. Alcuni raccontano storie. Se il figlio/a non è decerebrato e non ti vede come individuo curioso come un comodino nei confronti della vita e del mondo vorrà condividere con te quello che lo emoziona. Ascoltalo

3) Se lo vedi con le cuffie che parla davanti al televisore non è pazzo ma sta conversando con un giocatore collegato online. Non pensare che dall’altra parte ci sia un pazzo o un maniaco ma con ogni probabilità è uno come lui ma in un altro punto del mondo

4) Se è pronto a tavola è inutile urlare più forte “è prontooo”. Non tutti i videogiochi permettono di salvare istantaneamente. Di solito se il ragazzo/a non è scarso dopo il primo avvertimento non ci metterà più di cinque minuti per chiudere la missione o la sessione online. Se ce ne mette di più intervenire con energia.

5) Non stargli dietro le spalle con il timer in mano. Gli dai fastidio. Mezz’ora al giorno poteva giocarci quando era pre-adolescente (prossimamente la guida da 12-16 anni). Un’ora al giorno è normale, quanto dura un film? Ecco. Di più dipende dai risultati scolastici. Poi se lo vedi completamente rimbambito allora intervieni.

6) In molti videogiochi vietati ai 18 anni si cammina con una pistola in mano. Sì, è vero. Respira. Un giocatore medio di sparatutto (è un genere non c’è nulla da temere) macella quotidianamente non meno di un migliaio di zombie/mostri/cattivi al mese. E’ discutibile andare in giro a sparare. Anche solo l’idea. Sono d’accordo. Ricorda però i bambini che fanno pum pum con le dita. E Rambo, e i Western e i film d’azione. Non è scientificamente provato un legame diretto e ineluttabile tra contenuti violenti e violenza. Se però il tuo tesoro gioca otto ore ai videogiochi e nel tempo libero infilza con le forchette gli animali domestici allora chiama qualcuno.

7) Quando con i suoi amici/che parlano di Fifa intendono il calcio. Non spaventatevi anzi potete gioirne se amate il campionato italiano. Spaventatevi se odiate il calcio.

8) Se scopri il figlio/a  giocare a SuperMario è concesso fare questa battuta. “Ancora dietro a Super Mario?” Ma non insistere troppo. E’ una istituzione senza tempo.  Se non sai chi è SuperMario aspetta di leggere la guida 3-12 anni.

9)  Se lo vedi con un casco in testa sta usando la realtà virtuale. Non aver paura non è pazzo.

10) Se entri nella sua stanza, lo trovi che gioca e non ti ascolta mentre stai parlando è perché è concentrato e non può mettere in pausa. Non tutti i giochi si possono mettere in pausa. Non prenderla sul personale. Se la casa va a fuoco sei giustificato, se devi chiedergli cosa vuole da mangiare e lui è impegnato in una partita a Destiny in sei allora lascia perdere e cucinati il tuo piatto preferito. Tanto a lui non importerà. Ha altro da fare.

11) Prova, almeno una volta, a chiedere di giocare con lui, e dì che vuoi provare un videogioco. Lo so, è difficile e umiliante ma un vero gamer in fondo in fondo un po’ lo apprezza.

Frasi da dire per sembrare interessanti e stupire i giovani videogiocatori più appassionati. Da ripetere a memoria e poi fuggire fingendo di essere attesi altrove. 

“Beh certo David Cage dovrebbe tornare a inventare videogiochi. Come lui non ne fanno mai”.

“L’Italia che sviluppa videogiochi fa schifo, però c’è Ovosonico”.

“Shigeru Miyamoto (si legge scigheru miamoto) è il migliore. Sarò vecchio/a ma la penso così”

“Tu sei troppo piccolo per ricordare Peter Molyneaux” (e sospira forte).

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  • Luca Tremolada |

    Visitare un Pianeta o rivivere la Rivoluzione francese non è a portata di mano. nei vidoegiochi si ha accesso a molte realtà. Patologico è quando l’accesso a questo realtà virtuali (meglio dire digitali) rende problematica la vita quotidiana

  • fuffa |

    Quando il tempo virtuale prevale sul reale, non per lavoro e cercando in altre “realtâ” ció che é a portata di mano, checché se ne dica di dinosauri e comodini, E’PATOLOGICO oltre che patetico

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