Bambini online: quanto, come e dove (Doxa Kids)

pcTablet e smartphone battono Tv 1 a zero. I giochi tradizioni sono sempre più sostituiti dai giochi online. Gli YouTuber sono i nuovi idoli dei nostri figli. E noi genitori cerchiamo, con fatica, di stare al passo e ci chiediamo sempre più spesso come aiutare i nostri figli a gestire contenuti e stimoli sempre meno controllati, sempre più trasgressivi e sempre più lontani dalla nostra comprensione. Una sfida difficile? La questione è stata posta da un panel di esperti del settore durante il Convegno ParoleO_Stili, dedicato al potere della parole e alla buona comunicazione online, che ha puntato i riflettori anche sulla comunicazione online dei bambini (e di cui ha scritto Barbara Forresi qui). I dati presentati da Doxa Kids parlano chiaro e affidano ai genitori una nuova responsabilità: supportare i bambini in una crescita digitale ma serena. Quindi alla lunga lista di educazione scolastica-alimentare-civica e fisica si aggiunge anche l’educazione digitale. Alla quale la maggior parte di noi adulti è impreparata. D’altra parte, bambini e teenager popolano e utilizzano i social meglio dei loro genitori, ma non sono preparati a gestire la loro presenza e le loro parole.
A riguardo, Doxa Kids realizza ogni anno una ricerca su un campione di 1500 bambini 5-13anni e relativi genitori. Dall’ultima ricerca è emerso che:

YouTube è il social più frequentato dai ragazzini in target (23%), preceduto solo da WhatsApp (28%).

Alcuni genitori conoscono YouTube, molti utilizzano WhatsApp, tutti pensano di dormire sonni tranquilli attivando il parental control.  E i dati lo dimostrano. Tra le preoccupazioni espresse dai genitori di bambini che usano smartphone o tablet, i social come YouTube e WhatsApp non sembrano essere considerati come rilevanti. Vengono considerati una preoccupazione rispettivamente dal 6% e dal 3%. Dopo aver personalmente assistito alla facilità con la quale i bambini possono incappare, anche involontariamente, in contenuti dannosi per la loro età, io sicuramente ho elevato la media delle percentuali e la prima reazione è stata: da domani tablet bandito da casa! Ma forse è proprio qui che noi genitori sbagliamo: togliendo il tablet, non eliminiamo il problema. Lo nascondiamo solo ai nostri occhi. Lo sforzo di noi genitori risiede proprio nella capacità di gestire i contenuti. La ricerca ha posto infatti l’accento sulla necessità di una presa di coscienza da parte dei genitori sui contenuti cui potenzialmente anche i bambini più piccoli possono essere esposti.
Ma cosa cercano i bambini e i ragazzi su YouTube?  “C’è molto interesse per i video musicali e i video fatti dagli altri ragazzi/YouTuber. Tra gli argomenti preferiti: la comicità e il gaming, i trucchi e consigli per il look” illustra Cristina Liverani, Doxa Kids Special Projects Research Manager. Insomma, argomenti perfettamente in target con l’età dei piccoli utenti. E quali sono le parole utilizzate? “Doxa Kids in occasione di ParoleO_Stili ha elaborato quasi 6 milioni di commenti in un mese  lasciati dagli utenti ai video dei 50YouTuber più citati dai 5-13enni. Dall’analisi delle parole emerge che la gran parte delle parole, oltre la metà, sono ‘neutre’, parole di uso comune o nomi propri di altri ragazzini o YouTuber. Poco più del 10% sono neologismi o termini attinenti alle tematiche dei videogame più diffusi. Resta poi circa il 30% delle parole che attengono ad un mondo di emozioni, per lo più positive. Parole che, a seconda della collocazione e dell’accezione, possono avere all’interno delle frasi potrebbero anche avere significati differenti.

Il 5% delle parole analizzate risulta palesemente ‘ostile’.

Quindi anche tra i giovani utenti le parole sono importanti. Possono commuovere, scaldare il cuore e unire, ma anche ferire, allontanare e generare hate speech.
Come aiutare i giovanissimi a muoversi in questo mare di parole? La famiglia, come sempre, ricopre un ruolo fondamentale. L’esempio è il miglior amico dei genitori. Che si tratti di educazione alimentare o educazione digitale, se noi adottiamo comportamenti corretti offline, ci sono buone probabilità che l’esempio passi anche sugli altri canali della vita dei bambini.
Daniela Pavone, coordinatrice del panel Bambini e Social Media per ParoleO_Stili e Senior Marketing Advisor sottolinea che: “Come genitori non dobbiamo essere spaventati dalla rete. Dobbiamo semplicemente essere consapevoli, esattamente come nella vita di tutti i giorni, che non tutto quanto è presente in rete è adatto a qualsiasi età. Essere consapevoli di ciò è già un passaggio fondamentale, che va poi accompagnato da un percorso di condivisione e dialogo con i propri figli. Ricordando sempre che possiamo imparare moltissimo l’uno dall’altro: noi possiamo aiutare loro nel cammino di crescita, loro possono insegnarci moltissimo di questo nuovo mondo digitale di cui molti di noi sanno così poco”.

Un nuovo strumento in aiuto soprattutto dei giovani utilizzatori dei social media è l’AcchiappaTroll, un supereroe della rete. Grazie al supporto degli utenti e a un team dedicato, l’AcchiappaTroll interverrà nelle conversazioni ostili, incentivando la rete ad adottare comportamenti che mirano a contrastare l’offesa, la diffamazione e la discriminazione online. Il suo profilo raccoglierà i feedback degli utenti e delle vittime di hate speech, con l’obiettivo di essere un punto di riferimento per chi non accetta l’ostilità in rete.

Perché – come dice l’AcchiappaTroll – “L’ostilità ha i post contati!”