Aborto, fine vita, adozioni gay: la realtà irrompe sui giornali (ma non in Parlamento)

giornaliLo stato italiano si dibatte in una ragnatela di scelte non fatte e decisioni non prese, finendo col subire avvenimenti che pretende di non vedere, ma che esistono, arrivano sui giornali e inevitabilmente anche nei nostri discorsi quotidiani, per quanto scomodi siano. Nell’arco di due sole settimane, si è parlato di aborto e della necessità di trovare un equilibrio tra un diritto stabilito dalla legge e la libertà dei medici di obiettare; di fine vita e del fatto che chi vuole poter scegliere per la propria vita o non vita debba farlo fuori da questo paese, oppure in solitudine e di nascosto; e infine di adozioni da parte di coppie “non convenzionali” (qualunque cosa il termine “convenzionale” voglia dire) e ancora una volta ecco famiglie che vanno all’estero per acquisire un diritto, nella speranza che poi l’Italia lo confermi.

La politica tace, ignora, salvo come al solito un Presidente della Repubblica che per nostra fortuna ha sempre più cuore e più attenzione di tutti gli altri. La politica italiana è troppo occupata a verificare amicizie e confini, a stabilire torti e ragioni, a pianificare i prossimi passi, per occuparsi della realtà. Se ne occupa paradossalmente meglio e tutti i giorni il Papa che usa parole come misericordia, vicinanza e non giudizio, rivelandosi più moderno di molti dei nostri parlamentari.

Non è difficile intuire che, in assenza di leggi che tutelino il diritto di tutti, i diritti se li prende solo chi può permetterseli economicamente e lo fa andando all’estero, mentre tutti gli altri restano in balia di un Paese che, definendosi laico, traduce questa laicità in una mancanza di credo, anche civile. Così, le tematiche più difficili e attuali, quelle che rivelano che la realtà dei cittadini è andata molto oltre la fotografia consentita dalle norme esistenti, restano nelle pagine della cronaca e non diventano mai sistema, mai diritto, mai libertà.