Board: gli ordini professionali pronti a promuovere la banca dati di donne

proretepa2Ingegnere, avvocate, commercialiste, consulenti del lavoro. Sono le professioniste che avranno modo di mettere in evidenza i loro curriculum iscrivendosi alla banca dati promossa dal Dipartimento Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio in collaborazione con l’Università di Udine. La novità? Che a promuovere la banca dati saranno gli stessi ordini professionali. Sono stati, infatti, appena siglati cinque protocolli di intesa tra il Dipartimento per le Pari opportunità e gli Ordini Professionali (Ingegneri, Avvocati, Dottori commercialisti ed esperti contabili, Consulenti del Lavoro e Confprofessioni) per promuovere la Banca dati delle professioniste in rete per le Pubbliche Amministrazioni. L’obiettivo? Far incontrare domanda e offerta di professionalità femminili.  accordo di collaborazione con l’Università di Udine,  è stato realizzato  grazie al co-finanziamento dei fondi strutturali europei.

proretepaGli Ordini professionali saranno, così, impegnati “alla più ampia e proficua collaborazione finalizzata a favorire la compliance alla normativa sull’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e di controllo delle società controllate dalle Pubbliche Amministrazioni ed enti pubblici” attraverso lo strumento della Banca dati ProRetePA (“Professioniste in rete per le P.A”). Quest’ultima permetterà, a chi deve scegliere, di avere un bacino di persone qualificate per individuare professioniste da introdurre nelle posizione di vertice.

Per essere presenti nella Banca Dati delle professioniste per le P. A. occorre iscriversi: possono farlo sia le Pubbliche amministrazioni, sia le professioniste che desiderano mettere le proprie competenze a disposizione del settore pubblico. Attualmente le professioniste iscritte nella Banca dati sono 483, disponibili ad assumere incarichi su tutto il territorio nazionale presso società ed enti pubblici.

La presentazione dei protocolli d’intesa è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sull’attuazione della legge 120 del 2011, la cosiddetta Golfo-Mosca, che prevede il raggiungimento di una quota del 33% del genere meno rappresentato, non solo per le quotate, ma anche per le partecipate pubbliche oltre il 50% del capitale. Le donne costituiscono il 24,2% dei membri dei consigli di amministrazione delle società italiane. Al Sud, tuttavia, le donne ricoprono solo il 17,5% delle posizioni di consigliere di amministrazione,  mentre al Nord e al Centro la loro presenza incide in maniera ben maggiore e pressoché analoga (26,3% e 26,1% rispettivamente). Sempre con riferimento agli organi di amministrazione, attualmente sono dirette da un organo monocratico circa il 36% delle società pubbliche: dei più dei 1200 amministratori unici a capo di dette società, circa 100 sono donne, l’8,4% del totale.

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