La poca fantasia di Hollywood nel trattare donne e minoranze

MCT AND WIRE SERVICES OUT. NO SALES. TRIBUNE NEWSPAPERS,  WEBSITES AND TELEVISION STATIONS ONLY. THIS PHOTO IS EMBARGOED UNTIL THE CONCLUSION OF THE ACADEMY AWARDS SHOW. IT CANNOT BE POSTED ON THE INTERNET OR ELSEWHERE UNTIL SUCH TIME.......   HOLLYWOOD,  CA– March 2, 2014.  Cate Blanchett with her Oscar for Best Actress in a Leading Role (Blue Jasmine) in the press room during the 86th Annual Academy Awards on Sunday, March 2, 2014 at the Dolby Theatre at Hollywood & Highland Center in Hollywood,  CA.  (Lawrence K. Ho / Los Angeles Times)

Cate Blanchett

Forse quelli dell’industria cinematografica ancora pensano stupidamente che i film al femminile, quelli con donne al centro, non sono appetibili. Non è vero, il pubblico li vuole vedere. E fanno guadagnare soldi“. Queste sono le parole con cui Cate Blanchett nel 2014 ritirò l’Oscar per la sua interpretazione in Blue Jasmine. A distanza di tre anni sono ancora pochi i film con una donna nel ruolo da protagonista e ancora meno quelli in cui il personaggio femminili non è sessualizzato, è forte, indipendente.

A dimostrarlo è anche l’ultimo rapporto del Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego University , intitolato “It’s a Man’s (Celluloid) World“. Lo studio fatto tra i cento film che hanno incassato di più nel 2015 prende in esame le rappresentazioni di personaggi femminili sullo schermo.

Nei film che hanno incassato di più nel 2015: le donne sono state  protagoniste per il  22%, il ché ha rappresentato un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2014, un anno eccezionalmente scarso per le donne in questi ruoli. Sui 2500 personaggi che appaiono nei 100 film le donne inoltre hanno interpretato una parte principale nel 34% dei casi e tate sono il 33% di tutti i partecipanti parlanti. Ad Hollywood infatti  non solo le donne ma anche le minoranze restano gruppi sociali sottorappresentati.  Sempre dallo stesso rapporto si scopre che nel 2015 tra tutti i personaggi femminili solo il 13% era nero, il 4% latino e il 3% asiatico.

Ed è stata proprio l’attrice di origini asiatiche Constance Wu lo scorso anno ad aver sollevato la questione della scarsa visibilità degli attori orientali nei film hollywoodiani. Quando sono state diffuse le immagini di Scarlett Johansson per la promozione dell’adattamento cinematografico della serie giapponese Ghost In The Shell, la Wu ha parlato al New York Times e ha detto: “Una persona asiatica che è in competizione con attori bianchi, per un pubblico di bianchi, deve allenarsi per questa opportunità come se fosse alle Olimpiadi. Un attore asiatico davvero talentuoso verrà considerato per un ruolo di primo piano forse una o due volte nella vita“.

La stessa attrice, stavolta via Twitter, aveva criticato la scelta del protagonista di un altro film chiamato The Great Wall (La Grande Muraglia), una coproduzione statunitense e cinese diretta da Zhang Yimou. Nel film, che vedremo in Italia da febbraio 2017, l’attore protagonista è interpretato da Matt Damon. Sì, il personaggio principale nonché salvatore del popolo cinese è un uomo bianco. “Dobbiamo smettere di perpetuare il mito razzista che solo un uomo bianco può salvare il mondo“, ha twittato la Wu. “I nostri eroi non assomigliano Matt Damon. Sembrano Malala. Ghandi. Mandela“.

constance-wu-2Buoni esempi però non mancano. Alcuni film, recenti e di prossima uscita, presentano nuovi ruoli e modelli di donna nei film. Nel remake del 2016 di Ghostbusters le quattro acchiappafantasmi sono donne e tra loro c’è anche l’attrice afroamericana Leslie Jones (purtroppo oggetto di attacchi razzisti nei mesi precedenti all’uscita del film). Oceania, l’ultimo film d’animazione Disney, ha come protagonista Vaiana, una tostissima 16enne polinesiana che parte per il mondo ma non in cerca del principe azzuro. Mentre nei prossimi anni vedremo alcuni film d’azione dove la protagonista sarà donna. Il 2017 sarà l’anno di Wonder Woman e nel 2019 la nuova Capitan Marvel sarà Brie Larson.

brie-larson-3