L’ultimo secondo del 2016

2016Meno tre, meno due, meno…

No, no, no. Aspettate un attimo. Voglio quest’ultimo secondo tutto per me. Per me chi? Ma il 2016, l’anno che tutti i musicofili abbastanza grandi negli anni ’80 hanno stramaledetto (David Bowie, Prince e George Michael… Oh, sono morti anche Umberto Eco, Dario Fo, Umberto Veronesi, ve lo ricordate?), quello più caldo di sempre (fino all’anno prossimo), ecc, ecc. E io? Volete sapere come mi sento?

Non tanto bene. Diciamo che il primo gennaio mica me l’aspettavo che sarebbe andata così, anche perché la prima cosa che mi ricordo è Fabiola Gianotti presidente del CERN… Febbraio però è stato il mese della morte atroce di Giulio Regeni. Non ero ancora riuscito a riprendermi che, a marzo, mentre Barack Obama compiva la sua visita a Cuba, l’aeroporto di Bruxelles veniva colpito da un attentato. Aprile è stato il mese dei Panama Papers, e dell’inutile referendum contro le trivelle. Poi è arrivato maggio, e un aereo della Egyptair si è inabissato nel Mediterraneo assieme alle 66 persone che trasportava e all’esplosivo che l’ha fatto precipitare.

Mentre a giugno il mio percorso giungeva a metà, la follia colpiva il Pulse di Orlando e un altro aeroporto, quello di Istanbul. La Gran Bretagna decideva di uscire dall’Unione Europea e il premier Cameron si dimetteva, non prima che a pagare per davvero – con la vita – fosse la deputata anti Brexit Jo Cox.

A luglio mi sentivo già stanco, ma il peggio doveva ancora venire. Vabbè, il Portogallo vince gli Europei. Deraglia un trenino del Far West italiano, tra Adria e Corato. E dopo gli attentati di Dacca e Baghdad, nell’anniversario della Presa della Bastiglia, un tizio s’inventa di prendere un camion e lanciarlo sulle famiglie in festa a Nizza, e nei nostri dizionari entra la parola “radicalizzazione”. Poi tocca a Monaco di Baviera. Ad agosto tutti vi godevate le ferie e le Olimpiadi. E il 24 la terra tremava e devastava il centro Italia. Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto. Trecento morti. Villaggi cancellati.

Dite la verità, ve lo ricordate?

Settembre, la ripresa. Il partito di Vladimir Putin stravince le elezioni (ma va’?) e mentre mi godo un ottobre di serenità, un nuovo terremoto devastava Norcia e il Centro Italia. E veniamo a questi ultimi giorni. A novembre quello spernacchione arancio-crinuto di Donald Trump ci spernacchia (appunto) tutti e diventa Presidente degli Stati Uniti D’America (l’insediamento te lo becchi tu, caro 2017) e quell’altro spernacchione di Bob Dylan spernacchia il Nobel; a inizio dicembre tocca all’Italia: il NO stravince al Referendum e Matteo Renzi si dimette.

Cosa posso dirvi, adesso che siete pieni di panettone e spumante e aspettate che io finisca il mio pippone per continuare a ingozzarvi? Che la strage infinita di Aleppo non rientra nemmeno tra gli eventi da ricordare. Che non ci sono nemmeno i continui approdi di rifugiati, né le morti crudeli come quella del piccolo Aylan, per fortuna del 2015 (non che io non abbia avuto le mie… e lo sguardo di Omran chi se lo scorda?).

Perché queste cose continueranno, ma ci fanno poca impressione. Sono sullo sfondo.

Come vi sentite adesso? Stappate pure.

Meno uno…

Buon anno.

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