La lezione di leadership di Madonna

madonna2“Dobbiamo iniziare ad apprezzare il nostro valore e il valore delle altre donne. Cercate degli esempi di donne forti con cui fare amicizia, da cui imparare, con cui collaborare, alle quali ispirarsi, da sostenere e dalle quali farsi illuminare”. Queste parole, degne della miglior leadership coach, non sono state pronunciate da una guru del femminismo, né da una docente universitaria specializzata in temi di genere. A parlare è stata una donna di 58 anni che all’anagrafe si chiama Madonna Louise Veronica Ciccone, ma che tutti conoscono come Madonna.

La “regina del pop” ha pronunciato queste parole, lo scorso 9 dicembre, dopo aver vinto i Billboard Awards – uno dei più importanti premi musicali statunitensi – come la donna più influente del 2016. Madonna è salita sul palco con il suo vistoso tailleur a fiori, ha appoggiato il premio appena ricevuto sul pianoforte e ha ringraziato tutti per “avermi riconosciuto la capacità di continuare la mia carriera per 34 anni alla faccia del sessismo, della misoginia e dei costanti e implacabili abusi”.

Madonna ha raccontato dell’inizio della sua carriera, della violenza sessuale subita appena arrivata a New York e di come si è resa conto molto presto che le libertà che la critica e il pubblico concedevano ai suoi colleghi uomini, non valevano anche per lei. “Feci il mio album Erotica e pubblicai il libro Sex e mi ricordo di tutte le prime pagine dei giornali che parlavano di me. Tutto quello che leggevo era per condannarmi. Mi chiamavano puttana e strega e in un titolo mi paragonavano addirittura a Satana! Pensai: ‘Un attimo, ma Prince non si mostra sempre con le calze a rete, tacchi alti e rossetto e col culo di fuori?’. Sì, infatti, era così. Ma lui era un uomo. Questa è stata la prima volta che ho veramente capito che le donne non hanno la stessa libertà degli uomini”.

madonna-tributa-prince-billboard-music-awardsLa pop star ha spiegato che, di fronte a quegli attacchi, l’avrebbe aiutata avere un modello femminile a cui ispirarsi e che la sostenesse. Un modello che però mancava – e continua a mancare – perché gli unici leader riconosciuti sono uomini . “Le donne – ha detto Madonna nel suo discorso – sono state oppresse per così tanto tempo che hanno finito per credere a tutto quello che dicevano gli uomini e credono che ci sia bisogno di un loro parere positivo per essere sicure che il loro sia un lavoro ben fatto”.

Si tratta di un atteggiamento remissivo che, secondo Madonna, non riguarda solo la sfera lavorativa, ma anche quella personale e soprattutto sessuale. “Se sei una ragazza, devi stare al gioco. Ti è permesso di essere carina e sexy, ma guai ad apparire troppo intelligente. Guai ad avere un parere non in linea con lo status quo. Ti è permesso di farti trattare come un oggetto dagli uomini e di vestirti come una puttana, ma guai a farlo in modo consapevole. E mai, ripeto, mai condividere le proprie fantasie sessuali con il mondo”.

Una cosa che invece la pop star ha fatto con le sue canzoni e con le sue performance volutamente provocatorie. Provocatorie verso una cultura dove non c’era spazio né per gli omosessuali, né per una sessualità femminile senza inibizioni. Due temi che, con le sue canzoni pop, si facevano spazio per la prima volta anche nelle camerette di tanti adolescenti di provincia che si guardavano allo specchio e non capivano dove finiva quello che avrebbero dovuto essere, e dove iniziava ciò che erano davvero.

Ricordo che anche un mio cugino aveva un suo ritratto in camera. Era uno di quei quadretti-specchio anni ’80 con Madonna in posa plastica vestita con il body con le coppe a cono e la coda di cavallo tiratissima, nella classica posa con la mano che sfiora l’inguine e lo sguardo sicuro di chi crede in se stessa. “Una posa decisamente inopportuna”, diceva mia zia. Io avevo più o meno sette anni e quell’immagine non me la sono più scordata.