Un secondo. E chiudiamo il conto della campagna elettorale

Mi chiamo Donald, ho settant’anni, tre mogli e cinque figli. E sono il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Tra un secondo dovrò salire sul palco dell’hotel Hilton di New York per pronunciare il mio primo discorso. Lo ripasso.

“Ho appena ricevuto una telefonata da Hillary Clinton, vorrei farle le mie congratulazioni, ha combattuto con tutta se stessa. Ho nei suoi confronti un debito di gratitudine per il suo servizio al Paese. Lo penso davvero”

Ma chi l’ha scritta questa roba? Lo stesso scriveva i discorsi di Melania copiando quelli di Michelle? Be’, però, non posso esordire chiamandola corrotta e donnaccia, o chiederle di nuovo come poteva soddisfare gli Stati Uniti visto che non riusciva a soddisfare suo marito. Ok, come attacco va bene. In fondo non è nemmeno servito il “popolo del secondo emendamento”, quello delle armi, per farla fuori.

“E’ giunto il momento di cicatrizzare le ferite, il popolo americano è uno solo e dobbiamo essere uniti. A tutti i repubblicani e democratici e indipendenti nel Paese, io dico è arrivato il momento di essere un popolo unito.”

Quindi devo lasciar perdere quella cosa che Barack Obama è il fondatore dell’ISIS. E Hillary la cofondatrice.

“Lo prometto a tutti i cittadini del Paese. Sarò il presidente di tutti gli americani e questo è estremamente importante per me”.

Questa va benissimo. Degli americani, appunto. Quelli che vogliono venire nel nostro Paese devono rispettare i nostri valori e rispettare la nostra gente. E devono passare il test ideologico, se non hanno le idee giuste, a casa loro. Funzionava durante la guerra fredda, perché non adesso?

“A portarmi alla Casa Bianca è un movimento composto da americani di ogni razza, religione, ideali, che si aspettano che il governo sia al servizio della gente e sarà veramente così.”

Bene, non si fa riferimento al genere. Che casino che ha tirato su quel giornaletto fallito del New York Times sul mio rapporto con le donne! Io le amo, le donne. Sono oggetti esteticamente piacevoli, certo quelle che si tengono e non sciattone che si riducono come delle grasse scrofe. Certo, bisogna stare attenti a non mettere vicini uomini e donne, altrimenti è normale che ci siano molestie. Ma, un ogni caso, hanno votato per me anche le donne, no? Quindi di cosa parliamo?

“Ho trascorso tutta la mia vita nell’imprenditoria e ho cercato di potenziare nuovi progetti. Adesso lo farò per il mio Paese, che ha potenzialità incredibili, ogni americano avrà le sue chance e tutti quelli che sono stati dimenticati in passato non lo saranno più”.

E se non lo so io come si fa… ho dichiarato bancarotta nel 1991, ho fatto fallire quattro aziende, eppure sono qui, pronto a fare il mio primo discorso da futuro Presidente.

“Con il mondo cercheremo alleanze, non conflitti, gli Usa andranno d’accordo con tutti coloro che vorranno andare d’accordo con noi. Voglio dire alla comunità internazionale che metteremo sempre gli interessi dell’America dinanzi: l’America non si accontenterà più di nulla che non sia il meglio”.

Tipo: ‘fanculo gli accordi sul clima. Il concetto di riscaldamento globale è stato creato da e per i cinesi al fine di rendere la produzione degli Stati Uniti non competitiva. E ‘fanculo la Nato. Per farci rispettare ce l’ho io la ricetta, la stessa di Putin: aumentare il numero di soldati, navi e aerei da guerra, e modernizzare l’arsenale nucleare. Voglio vedere chi proverà ad alzare la voce.

Bene. Un buon discorso. Tra un secondo sono pronto a pronunciarlo. I miei pensieri li tengo per me. Altrimenti la gente penserà che sono davvero “il più grande vaffanculo della storia” come dice quel ciccione di Michael Moore.