Lavori domestici: 550 milioni di ore fatte da bambine tra i 5 e i 14 anni

IMG_2237“Io chiedo sempre a mia figlia di apparecchiare o di darmi una mano in casa, perchè lei fa le cose subito, mentre mio figlio, sebbene abbia tre anni in più, ha bisogno che glielo si ripeta diverse volte. Per stanchezza e comodità mi rivolgo a mia figlia”. È la testimonianza di una manager che alla fine di un convegno ha voluto condividere quanto aveva realizzato dalla discussione: stava facendo l’errore di crescere i suoi due figli in modo molto diverso. Di fatto stava mettendo le radici del futuro gender gap. In modo inconsapevole, nella corsa della quotidianità, senza alcuna intenzione.

IMG_2238Che dalle bambine ci si aspetti un aiuto in casa lo dimostrano anche i dati Istat sulle paghette: ai bambini più spesso viene riconosciuto un premio se aiutano in casa, alle bambine succede molto più rararemente. E si parla di Italia, non di qualche Paese in via di sbiluppo. Certo il femomeno è mondiale e l’Unicef, nel rapporto “Harnessi ng the Power of  Data for Girls.”, ha stimato che siano 550 milioni le ore di lavori domestici fatti da bambine fra i 5 e i 14 anni. Il doppio rispetto ai loro coetanei. Si tratta in media di 14 ore alla settimana. Certo la situazione è ben peggiore nei paesi africani e asiatici. Ma, nella sostanza, non è molto diverso nei Paesi occidentali.

Di fatto questo è il seme di quello che poi le donne raccolgono da adulte. La Fondazione de Benedetto, qualche hanno fa, aveva stimato che i lavori di cura delle donne non retribuiti in Italia in 300miliardi di euro, che sommati ai 125 miliardi degli uomini equivalgono al 33% del Pil italiano. Non bruscolini. Ma il vero nodo da sciogliere è l’asimmetria dei lavori domestici nelle coppie, calcolato dall’Istat. In Italia ba dal 71 all’83 a seconda del numero dei figli e dell’occupazione. Volete sapere quanta asimmetria c’è nella vostra coppia? L’Istat mette a disposizione un calcolatore, dove è sufficiente inserire i vostri dati.

IMG_2239E la situazione non è migliore in città o nelle coppie con livello di educazione piu alto. Quante volte avete sentito una collega dire di dover correte a casa a cucinare o di essersi svegliata prima per stirare la camicia al marito? E ammettiamolo, almeno la metà delle responsabilità sono nostre: cerchiamo davvero un’equità della idviisone die ocmpiti in famiglia? Sappimao fare un passo indietro e lasciar fare ad altri? Quanto spesso, pur lamentandoci, continuiamo a lavorare in casa senza delegare?

Il problema, che sottolinea l’Unicef, è che stiamo passando questo modello anche alle nostre figli, perpetuando una situazione che continuiamo a dire di voler cambiare. Iniziamo dai piccoli gesti, iniziamo dentro le mura domestiche, iniziamo da noi.