La Sindaca di Oderzo contravviene ai diktat di Salvini

Maria-Scardellato

La sindaca Maria Scardellato

Oderzo ha una sindaca “con le palle”. Lo ha dichiarato Andrea Sara, titolare di un b&b e cittadino di Oderzo che lunedì mattina si è unito civilmente con Pasquale Nigro davanti alla sindaca Maria Scardellato. E, fin qui, nulla da eccepire. La Legge Cirinnà prevede, anzi impone, alle amministrazioni comunali di celebrare le unioni civili. Senonché Scardellato non è un amministratore qualsiasi ma è una sindaca eletta dal Carroccio che, come è noto, ha da sempre schierato contro le unioni omosessuali tutto il suo arsenale bellico.

Pasquale Nigro e Andrea Sara

Pasquale Nigro e Andrea Sara

Intendiamoci, da tempo la Lega ha abbandonato il dictat ai propri sindaci di ostacolare le nozze gay. “Sindaci della Lega, disobbedite!” tuonava il segretario del partito Matteo Salvini. Ma viste le conseguenze penali e di ineleggibilità che ne sarebbero derivate, la disobbedienza è passata in secondo piano. Qual è, allora, l’affronto commesso da Scardellato? La sindaca si è permessa di fare un passo di troppo, infatti: avendo celebrato l’unione in prima persona, senza delegare un qualsiasi altro funzionario comunale, è accusata di minare l’integrità della linea politica della Lega. “Maria Scardellato si pone fuori dal partito” tuona Dimitri Coin, segretario provinciale. Meno accusatoria ma altrettanto dura la dichiarazione del segretario regionale “Poteva evitarlo”.

E’ una questione di immagine quindi. LasSindaca di Oderzo ha osato macchiare il curriculum vitae del partito sposando non solo Andrea e Pasquale ma, con loro, anche le “tesi della sinistra”. Poco importa se, come lei stessa ha dichiarato, sia contraria a quelle tesi e non condivida nemmeno le adozioni gay. Non ha aderito all’obiezione di coscienza a cui sono chiamati gli eletti della Lega e quindi merita di essere messa alla porta.

Al di là del fatto che l’obiezione di coscienza non possa che coinvolgere una sfera prettamente individuale, appare piuttosto grave che un partito politico direttamente o indirettamente imponga agli amministratori eletti nelle proprie liste di porsi al di fuori della legge. Lo ricorda anche la senatrice Monica Cirinnà che, insieme alle colleghe Laura Puppato e Rosanna Filippin, si è schierata a fianco della sindaca. Forse i vertici della Lega dimenticano che Maria Scardellato è sindaca di tutti i cittadini di Oderzo, fra cui sono da annoverare anche Andrea e Pasquale. Forse dimenticano che come tale dovrà sempre far rispettare tutte le leggi in vigore, anche quelle che tutelano le minoranze quali gay, ebrei, musulmani, immigrati, leghisti. Forse dimenticano che se proprio Scardellato in primis dovesse dare l’impressione di non voler rispettare le leggi, allora anche i suoi cittadini si sentiranno legittimati a fare altrettanto. E allora – sempre forse – l’immagine del partito subirebbe conseguenze ben peggiori di quelle paventate dai vari segretari in questo specifico caso.

Intanto Maria Scardellato fa sapere di aver agito in linea con quanto già dichiarato in campagna elettorale: “Io sono sempre stata coerente” precisa. Quindi gli elettori sapevano. E ora sanno anche di avere una sindaca coerente… e al giorno d’oggi è tutt’altro che una sventura.