Le donne in chirurgia sono in aumento e nasce Women Surgery Italia

Isabella_Frigerio

Isabella Frigerio

Dalle università alle corsie ospedaliere, che la professione medica veda ormai, in maggioranza, donne (anche se carriera e posizioni apicali restano il rovescio dolente della medaglia…) è un fatto acquisito da tempo. A crescere, però, in questi anni, è soprattutto il numero delle donne in chirurgia (specialità da sempre sconsigliata alle giovani laureande per la prospettiva di orari incompatibili con la cura di casa e famiglia).

Per fortuna, le chirurghe crescono, si contano e decidono di avere una “voce”, attraverso l’Associazione Women in Surgery Italia (WIS Italia), il capitolo italiano di un network internazionale presente in numerosi Paesi del Nord America e dell’Europa. Formalmente debutterà mercoledì 28 settembre a Roma e sarà l’occasione per presentare i risultati del primo questionario nazionale sulle donne chirurgo in Italia, su un campione di 167 chirurghi, per il 62,3% donne e per il 37,7% uomini.

Gaya_Spolverato

Gaya Spolverato

«A differenza di Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Stati Uniti, in Italia al momento non esiste alcuna documentazione o letteratura sull’argomento – spiegano Isabella Frigerio e Gaya Spolverato, rispettivamente, presidentessa e vice di WIS Italia –. Se questo non avviene, non è perché la questione “donne in chirurgia” non esista, ma semplicemente perché non è ancora stata affrontata ufficialmente. La proporzione fra uomini e donne sta profondamente cambiando».

Le donne chirurgo in Italia

L’indagine è ad ampio stretto: dall’ambiente di lavoro alle esperienze all’estero, sino alle discriminazioni di genere. Il 34% ha risposto, infatti, di aver subito, durante la propria formazione, discriminazioni legate al sesso. Discriminazioni che sono avvenute, secondo il 50% delle risposte, durante la scuola di specialità, per il 44,1% nel corso dell’attività lavorativa, per il 29,4% nel momento della ricerca del posto di lavoro e nel 25% dei casi durante la scelta della scuola di specialità.

Secondo il 64,2% delle donne intervistate, l’appartenenza al genere femminile è un ostacolo alla progressione della carriera. Per il 49% lo è anche il desiderio di avere figli. I modelli di riferimento dei chirurghi sono prevalentemente maschili. Il 94,2% di coloro che hanno risposto afferma di avere incontrato uomini come modelli di riferimento durante la propria formazione e carriera, mentre solamente il 31,8%, risponde di avere avuto modelli femminili. Questo non esclude che esistano molte donne chirurgo soddisfatte professionalmente: tre su quattro (75,3%) dicono di conoscerne almeno una.

E come si concilinano vita privata e vita professionale? Il 45,1% del campione ha almeno un figlio, e di questi il 61,2% ne avrebbe voluti di più, ma se non lo ha fatto, in buona parte questo è dovuto al lavoro (motivi professionali, 54,5%), oltre che a motivi personali (39,4%) ed economici (15,2%). La scelta di avere un figlio avviene tardi: il 53,1% delle madri del campione, prima della maternità, era già strutturata. Dopo la nascita dei figli quasi un quarto del campione (24,3%) ha ridotto l’attività lavorativa, un fatto che viene definito nel 43,8% come imposto, e non desiderato.

Una grave mancanza è quella dei nidi aziendali: solo il 22,6% dei chirurghi intervistati lavora in una struttura che lo comprende, anche se il 93,7% riterrebbe utile avere il supporto di un nido aziendale. Assentarsi per maternità provoca spesso disagi al lavoro: infatti solo un terzo (34,1%) dei consultati afferma che nella struttura in cui lavora l’assenza per maternità viene sostituita da altro personale. Il 90%, inoltre, riterrebbe utile il congedo di paternità, ma, nella realtà, solo l’8,6% ne ha usufruito. Il 65% si dichiara non soddisfatto dalla suddivisione del tempo tra lavoro e vita personale. L’80,4% pensa che l’attuale legislazione sulla maternità nella professione chirurgica non sia adeguata.
Per saperne di più, l’appuntamento è mercoledì 28 settembre, a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito del Congresso congiunto delle SocietàsScientifiche italiane di Chirurgia.