“Mancano donne ai vertici? Non è un problema”. E fu così che il ceo-dinosauro perse il posto.

“Non credo che l’assenza di donne in posizioni di leadership sia un problema. Non me ne preoccupo, semplicemente, perché le donne sono molto felici, hanno successo e stanno facendo un magnifico lavoro. Non posso parlare di discriminazione sessuale perché, grazie a Dio, noi non abbiamo mai avuto questo problema”.
Ha detto Kevin Roberts, CEO di Saatchi and Saatchi e noto guru della comunicazione, rispondendo alla domanda di Business Insider relativa al fatto che dei 6 CEO del Gruppo Publicis nessuno fosse donna. Il Gruppo Publicis lo ha subito smentito, sospendendolo dal ruolo di CEO.

Ma perché? In fondo la sua affermazione è sostanzialmente corretta, e se si legge meglio l’intervista, la sua visione del mondo è attenta e completa. Aggiunge infatti: “Le donne, come d’altra parte i millennials dicono: noi non giudichiamo noi stesse secondo gli standard imposti da voi stupidi uomini/dinosauro. Molte donne – e molti uomini – non hanno l’ambizione di salire nei ranghi più alti delle C-suite, ma vogliono semplicemente essere felici e fare un bel lavoro”. E sono in molti a pensarla così, anche molte donne: il problema è sostanzialmente risolto, l’assenza di donne leader è più una questione di scelte che di altro.

Il diavolo, però, è nei dettagli: se infatti è vero che donne e millennial hanno una visione diversa dell’equilibrio vita lavoro e sono motivati da leve diverse da quelle classiche del potere degli “uomini-dinosauro”, come per esempio dal desiderio di avere un impatto positivo e maggiore autonomia decisionale, è ancora più vero che il mondo del lavoro deve per forza prestare attenzione a questi talenti emergenti e deve modificare di conseguenza i propri modelli e sistemi di valutazione, perché possa trovare spazio una nuova generazione di leader e di capacità, più adatti al nuovo contesto storico in cui viviamo. Cosa che con tutta evidenza, nei sistemi vecchi e attuali, a misura di dinosauro, non avviene. Forse è per questo che il board di Publicis, pur essendo tutto al maschile, si è tanto agitato al pensiero che uno di loro negasse la fine di un’era, l’inizio di un’altra: tutti sappiamo che fine hanno fatto i dinosauri.