Il metalusso: che cos’è e come lo si può declinare al femminile

Rebecca Robins

Rebecca Robins

C’è un lusso standard e c’è un lusso oltre il lusso. Un lusso che è eccellenza vera, che si fonda sull’artigianalità e la rarità. Un “metalusso”, insomma. Per intenderci, una maglietta di Armani è lusso-per-tutti. Un pull di Cucinelli è meta-lusso. Dal greco “meta”: oltre. Cosa c’entrano le donne col metalusso? C’entrano, eccome. Non solo perché lo apprezzano. Ma anche perché stanno sempre di più contribuendo a definirne i paradigmi.

Per cominciare, il termine stesso è stato co-inventato da una donna. Rebecca Robins, direttrice EMEA e LatAm di Interbrand, è la coautrice del libro “Meta-luxury” (insieme a Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer EMEA & LatAm di Interbrand), pubblicato in Gran Bretagna nel 2012 da Palgrave Macmillan.

“Le donne stanno cambiando i marchi del metalusso – racconta Rebecca Robins – prendiamo le auto: Aston Martin e McLaren hanno da poco assunto top manager donna, per smettere di essere identificati come brand esclusivamente maschili” e strizzare l’occhio all’altra metà del cielo. Oppure prendiamo l’inglese Bremont: in origine, produceva strumenti di precisione per i militari, poi si è trasformata in un marchio di orologi di altissima precisione super lusso, e ora ha lanciato anche la prima collezione al femminile. Super-tecnologia come sinonimo di metalusso: “Un connubio – preannuncia la Robins – che è destinato ad ad affascinare sempre di più il pubblico femminile”.

L’altro abbinamento che sembra piacere molto alle donne è quello fra metalusso ed ecosostenibilità: “Alle Maldive – ricorda la Robins – si è imposto il resort Soneva, completamente integrato nella natura, che offre standard di silenzio e relax veramente unici. Qui le prenotazioni vengono rinnovate di anno in anno”. Anche per le donne, poi,così come per gli uomini, metalusso vuol dire club esclusivi: a Londra per esempio è appena stato lanciato Grace Belgravia , un circolo top ma per sole ladies

Il metalusso, infine, le donne, hanno anche contribuito a rilanciarlo: “Penso a Jiang Qiong, regina del marchio cinese Shang Xia, che tutto è meno che sinonimo di Made in China così come lo intendiamo abitualmente. Oppure a Pauline Moynat, che ha appena fatto un lavoro eccellente su Moynat Paris, storico brand francese delle borse che proprio di recente ha riscoperto l’allure”.