Ministra Boschi, cosa può fare in concreto per il futuro delle adozioni internazionali

boschi2Alla ministra Maria Elena Boschi è stata affidata negli scorsi giorni dal premier Matteo Renzi la titolarità politica delle adozioni internazionali. La nomina arriva dopo due anni di assenza del governo dalla guida della Commissione Adozioni Internazionali, affidata dal 2014 al magistrato Silvia Della Monica, nella duplice veste di presidente e vicepresidente.
Per legge la presidenza della Commissione spetterebbe al Presidente del Consiglio o, per delega, al ministro della Famiglia. La nomina della ministra Boschi è stata quindi accolta dal mondo delle adozioni come un segnale positivo di ripresa di interesse da parte del Governo.

C’è parecchio lavoro da fare per sostenere le adozioni in Italia, che negli ultimi anni hanno registrato un progressivo calo (come anche in altri Paesi del mondo, d’altronde).
E la politica può fare molto.

Quello che ci auguriamo è che la ministra metta al centro del suo operato il sostegno a 360 gradi alle famiglie e agli aspiranti genitori che, al di là di tutte le polemiche, sono quelle che hanno pagato lo scotto maggiore in questi ultimi anni.

Un esempio per tutti. Ai genitori che hanno adottato uno o più figli, e che presentavano determinati requisiti di reddito, è sempre stato concesso negli scorsi anni il rimborso di parte delle spese sostenute per completare l’iter. Le ultime a ricevere i rimborsi sono state solo una parte delle famiglie con bambini arrivati nel 2011! Da allora più nulla. Sarebbe auspicabile, in un periodo di difficoltà economica generale e di calo delle adozioni, che tale pratica possa essere riattivata al più presto con lo stanziamento di nuovi fondi, che possono davvero fare la differenza per molte famiglie.

Ci auguriamo anche che l’informazione e la trasparenza siano tra le priorità del ministro. Gli aspiranti genitori e le famiglie, impegnati in un iter spesso lungo e a volte tortuoso, hanno bisogno di sentirsi garantiti e sostenuti da un Ente ufficiale e super partes come la Commissione Adozioni. Oltre a vigilare sulla legalità delle adozioni internazionali e sull’operato degli Enti autorizzati, la Commissione deve porsi come principale interlocutore dei cittadini per quanto riguarda eventuali dubbi o problematiche durante il percorso adottivo. Le famiglie devono poter trovare le risposte alle proprie domande. Da mesi al numero pubblicato sul sito della Commissione non risponde nessuno. Dal 2013 non vengono pubblicati i dati ufficiali sulle adozioni internazionali.

Ma l’augurio maggiore è che la ministra Boschi ci metta anche il cuore nello svolgere questo compito, mai dimenticando che dietro a ogni protocollo, numero, atto burocratico, ci sono la vita e il futuro di migliaia di bambini soli per cui le famiglie italiane possono davvero fare la differenza.