Anna Prandoni (Accademia Gualtiero Marchesi): “Più cibo, meno food. E imparate a usare i social”

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Foto di @LauralaMonaca

Ci sono le foodblogger e gli chef da realityshow. E poi c’è Anna Prandoni, da giugno 2015 direttore dell’Accademia Gualtiero Marchesi. “Una chiamata che ha sbaragliato i miei progetti di anno sabbatico, ma il sogno doveva diventare realtà”. Con il suo manifesto più cibo meno food, questa ragazza di quarant’anni risale la corrente con la tenacia del salmone con cui – insieme a robiola e pepe rosa – farcisce le sue lasagne sprint. E ripropone il senso antico del cibo come nutrimento, facendosi largo tra foodies e Masterchef.

“Dobbiamo rispetto a quello che mangiamo – dice – e troppa spettacolarizzazione ci fa dimenticare quello che il cibo è davvero, un bisogno primario”. Scrittrice e giornalista, ambasciatrice di WE-Women for Expo, Anna ha trascorso quindici anni nello storico magazine La Cucina Italiana, di cui ha diretto la scuola ai tempi di Allan Bay, la sezione web e poi l’edizione cartacea. E qui ha precorso i tempi, trovandosi già nel 2007 a sperimentare il linguaggio digitale per raccontare cibo e ricette. Oggi di quel linguaggio Anna ha fatto uno dei punti di forza, per se stessa con il suo unaricettalgiorno on line e per le aziende che segue. Lei che è partita da bambina ritagliando le recensioni dei ristoranti dai numeri dell’Espresso di suo padre e che poi si è costruita una reputation, come si dice adesso, dalle pagine dei giornali della provincia varesina dove è nata. “Non c’è contraddizione tra il recupero del senso antico del cibo e la comunicazione digitale, perché quello che importa è il contenuto. E il contenuto, fatto di ricerca e verifica sul campo anche per le ricette, deve essere declinato con gli strumenti di comunicazione più attuali, che in questo momento sono quelli digitali”.
Ci dici almeno tre errori che aziende del food e ristoratori dovrebbero evitare nell’uso dei social?
Sottovalutare il vantaggio competitivo dei testi scritti correttamente in italiano. Usare Facebook come Twitter e Twitter come Instagram: ogni social è nato per uno scopo, se non lo conosci rischi l’effetto spam. Dimenticare che i social non nascono per fare pubblicità, ma per comunicare. Va da sé che uno degli errori più gravi e più diffusi è rispondere male a chi ti ha criticato su Tripadvisor o, peggio ancora, non rispondere a chi ha fatto un commento positivo al tuo locale.
Che cosa condividi con Gualtiero Marchesi?
Con questo monumento di esperienza e cultura credo di condividere l’approccio che arriva alla ricetta solo dopo avere imparato le tecniche e le basi.

Uomini e donne in cucina…

…sono diversi. L’uomo va di tecnica, la donna di cuore.
La lezione che hai imparato in cucina e ti porti nella vita?
Per indole sono d’accordo con Zuckerberg, fatto è meglio che perfetto, ma quando cucini questo non vale. Se non assecondi i tempi di lievitazione, il pane non viene. Insomma, ai fornelli ho imparato la pazienza.